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12 aprile 1961: Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio

A 60 anni e un giorno dal volo di Yuri Gagarin, il primo uomo andato nello spazio – era il 12 aprile 1961 – e a oltre mezzo secolo dall’ultima missione del programma Apollo sulla Luna, l’umanità non ha abbandonato il desiderio di  lasciare di nuovo le proprie impronte sul suolo lunare e si guarda alla Luna con il programma Artemis promosso dalla Nasa e al quale collabora l’Esa. Inoltre, è in via di progettazione una stazione spaziale nell’orbita lunare, Gateway, che potrebbe avere una finestra panoramica con vista su Luna e Terra. Intanto si guarda a Marte e alla possibilità di costruire lì, un giorno, basi destinate a ospitare delle missioni umane e in futuro delle colonie umane.

”Adesso sulla Luna”, ”Avanti verso i pianeti’‘, si leggeva sui cartelli che nel 1961 accoglievano a Mosca Yuri Gagarin, la cui impresa ha aperto una nuova pagina nella storia dell’uomo in un periodo storico segnato dalla guerra fredda e poi dai lunghi silenzi tra l’allora Urss e USA. Si è però dovuto aspettare il 17 luglio 1975, con l’aggancio in orbita di un modulo americano Apollo con la navetta russa Soyuz, perché le superpotenze iniziassero a “parlarsi” anche nello spazio.

Oggi questo incontro di nazionalità diverse è routine sulla Stazione Spaziale Internazionale, nata dalla collaborazione fra Stati Uniti, Russia, Canada, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Giappone. Tutti gli astronauti che hanno lavorato e continuano a lavorare lassù non possono fare a meno di notare che, vista da lì, la Terra non ha confini. In orbita, poi, non si arriva più solo con le missioni delle agenzie governative, ma i privati hanno portato una ventata di novità. Inoltre le ricadute delle attività spaziali sulla Terra sono diventate tangibili, al punto da dare vita alla cosiddetta New Space Economy.

Dall’inizio dell’era spaziale sono stati più di 570 gli esseri umani che hanno ammirato la Terra dallo spazio. Di questi, le donne sono state appena 70, ma il loro numero va aumentando progressivamente e potrebbe essere di una donna la prossima impronta che un essere umano lascerà sul suolo lunare.

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