Cultura

Parma, installazione di Massimo Bartolini per la riapertura dell’Abbazia di Valserena

Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (Csac) dell’Università di Parma riapre gli spazi rinnovati e restaurati dell’Abbazia di Valserena con l’installazione di Massimo Bartolini On Identikit, in programma dal 16 febbraio al 22 marzo, primo appuntamento del programma di residenze d’artista Through time: integrità e trasformazione dell’opera, realizzato in occasione di Parma Capitale ITALiana della Cultura 2020.
L’artista, riconosciuto a livello internazionale, è stato invitato a confrontarsi con l’Archivio-Museo dello Csac di Parma, che conserva oltre 12 milioni di materiali originali della comunicazione visiva e della ricerca artistica italiana a partire dai primi decenni del Novecento. Un patrimonio su cui l’artista ha lavorato, focalizzandosi in particolare sulle opere di due maestri dell’arte: Luigi Ghirri e Luciano Fabro.

Nella serie Identikit (1979) di Ghirri, i titoli dei vinili fotografati dall’artista sugli scaffali della propria libreria, spesso erosi dall’uso e quasi illeggibili sulla spina dei 33 giri, hanno provocato in Bartolini una “curiosità da archeologo”, per poterli finalmente ascoltare, rigorosamente su vinile, in un luogo ben preciso e in compagnia di qualcuno. Questo qualcuno è Lo Spirato di Luciano Fabro (1968-73), opera allestita in una delle cappelle nobiliari della Chiesa dell’Abbazia di Valserena, una scena che per Bartolini sta «a metà tra un letto sfatto ed un letto posseduto» dove il corpo è allo stesso tempo presente e invisibile. La musica è nascosta dentro l’immagine di Identikit come la figura è nascosta dentro il gesso de Lo Spirato.

Con il lavoro On Identikit, Bartolini intende fare incontrare l’essere invisibile e presente dello “Spirato” con l’essere, invisibile per natura, della musica, che risuonerà nei suggestivi spazi della Chiesa. (Fonte ANSA)

 

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