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Il Duftmuseum nella Farina Haus, dove un italiano inventò l’Eau de Cologne

A pochi passi dalla maestosa cattedrale gotica e dalla piazza del mercato di Colonia, da tre secoli la Farina Haus, sede del Duftmuseum, ospita il museo del profumo più antico al mondo. Fu infatti qui che nel 1709 Johann Maria Farina creò quella che sarebbe diventata l’iconica Eau de Cologne. Le stanze si susseguono su pavimenti di mattonelle scure, mentre le travi di legno medievali corrono sopra le teste dei visitatori, creando un’atmosfera che trasporta nel Settecento. Tavoli in legno antico, pannelli informativi e campioni di fiori e frutti danno vita ad essenze che raccontano di come Farina, un giovane italiano trasferitosi sulle rive del Reno, ebbe un’intuizione geniale. Nostalgico della sua terra natale e desideroso di ricreare le sensazioni di “una mattina di primavera italiana dopo la pioggia” iniziò a sperimentare con limone, arancia, bergamotto, pompelmo, erbe aromatiche e fiori. Il risultato fu una fragranza rivoluzionaria.

In onore della città adottiva, Farina chiamò la sua creazione “Eau de Cologne”, rendendo così l’attuale Köln famosa in tutto il mondo come la città dei profumi. Le vetrine del museo raccontano l’ascesa inarrestabile di questo profumo attraverso documenti storici, lettere e registri di spedizione che testimoniano come l’Eau abbia conquistato le corti europee. Già negli anni Venti del Settecento, piccole spedizioni raggiungevano Parigi. Nel novembre 1721 furono inviate ventiquattro bottiglie. Ma tra il 1730 e il 1739 le spedizioni crebbero fino a 3.700 unità. Nel 1773, Farina poteva vantare clienti in Spagna, Portogallo, Inghilterra, Paesi Bassi, Germania, Italia e Francia. La lista degli estimatori annoverava Maria Teresa d’Austria, Federico il Grande, Napoleone Bonaparte. Ma anche Wolfgang Goethe, Voltaire, Elisabetta di Baviera, Marlene Dietrich e perfino Bill Clinton e Françoise Sagan.

Il Duftmuseum offre un’esperienza che va oltre la semplice osservazione. Si parte dall’elegante boutique al pianterreno. Le visite guidate multilingue conducono i visitatori attraverso diverse stazioni tematiche. Flaconi storici, mobili rococò, ritratti della famiglia Farina e manoscritti d’archivio offrono un’atmosfera suggestiva. Nella sala delle essenze i profumi prendono vita. E i visitatori possono scoprire i segreti della produzione degli oli attraverso l’enfleurage, la distillazione e l’estrazione. Le stazioni olfattive permettono di annusare le materie prime autentiche. L’atmosfera settecentesca è perfettamente ricreata. Boccette antiche, alambicchi, vetri soffiati a mano e manichini d’epoca evocano il tempo in cui tutto nacque. Una botte di legno di cedro, per conservare la fragranza fin dagli inizi dell’azienda, ha resistito ai secoli ed è ancora visibile.

Ma la Farina Haus non è solo concentrata sul passato. Nel 2024 è stato inaugurato il Farina Atelier, dove per la prima volta in più di trecento anni un laboratorio di produzione apre le porte al pubblico. «L’Atelier Farina è il mio modo personale di dare vita alla nostra storia di profumi», spiega Louise Farina, profumiera di nona generazione, «invitando gli ospiti non solo a scoprire l’Eau de Cologne, ma anche a creare la propria storia». Si può addirittura creare la propria colonia personalizzata, combinando la profondità storica con la moderna arte della profumeria. La visita al Duftmuseum è un viaggio olfattivo tra storie e sperimentazioni. In un mondo sempre più digitale. Un luogo che non adotta lo scintillio e le modernità dei museum-experience. Ricorda che alcune esperienze possono essere trasmesse solo attraverso il contatto diretto, l’olfatto, il tatto e la meraviglia di trovarsi dove tutto è iniziato.

Amedeo Gasparini

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