Cinema

Locarno 72: i titoli della Retrospettiva Black Light

La Retrospettiva Black Light, prevista nella prossima edizione del Festival del Film di Locarno, presenterà al GranRex un’inedita panoramica del cinema nero del 20esimo secolo. Piazza Grande omaggerà la Retrospettiva dedicando il Prefestival di martedì 6 agosto al film di Spike Lee Do the Right Thing (1989), presentandolo al pubblico della Piazza Grande nella prestigiosa copia restaurata in occasione dei trent’anni del film.

Scena dal film di Spike Lee "Do The Right Thing" (1989)

Una scena dal film di Spike Lee Do The Right Thing (1989).

Strutturata come un’indagine focalizzata su lungometraggi del ventesimo secolo, la Retrospettiva Black Light curata da Greg de Cuir Jr., presenterà autori di culto, Race movies degli anni ’20 e ’30, film pionieristici, pellicole emblematiche della Blaxploitation degli anni ‘70 e autori che hanno interpretato e rappresentato la loro epoca politica. L’obiettivo principale di questa selezione è quello di oltrepassare il concetto di Black, inteso come identità sociale, e indagare l’immaginario dei registi che hanno reinterpretato la questione storica e politica in diverse epoche e in diversi luoghi, esplorando così anche la sfida di essere neri al di fuori di un contesto e di una società africana. La panoramica Black Light si concentra sul cinema di colore proveniente dalle Americhe e dall’Europa, interpretato da autori di etnie e vissuti differenti, background essenziale con cui dare forma alla propria visione.

«Black Light traccia un panorama storico del cinema nero internazionale e mette in dialogo registi di diversa provenienza che hanno realizzato opere chiave sulle culture e sui popoli di origine africana, i quali hanno identità ed esperienze molto diverse ma sono legati da profonde connessioni», afferma Greg de Cuir Jr., curatore della retrospettiva. «Il tema d’interesse di questo lavoro è che cosa è successo ai figli d’Africa dopo essere stati allontanati dalle loro terre e costretti a sopravvivere in vari contesti attraverso i secoli; come si è riflesso questo passaggio e come è stato visualizzato dalle culture dell’immagine in movimento. Un approccio archivistico volto a rianimare il passato allo scopo di presentare una più completa comprensione del cinema nero che esiste oggi. Nella Retrospettiva troviamo infatti classici di autori leggendari, opere d’avanguardia di artisti cinematografici, generi e mix di generi di vario tipo, perché non esiste una sola concezione di cinema nero, o una sola concezione di Black.»

Lili Hinstin, Direttrice artistica del Locarno Film Festival, aggiunge: «Ho proposto a Greg de Cuir, il cui lavoro di programmatore curatore e autore sul cinema nero americano mi aveva molto colpito, questo progetto di Retrospettiva che inizialmente avevo intitolato Being Black con l’intento di andare oltre il movimento #MeToo ed esplorare la rappresentazione della minoranza attraverso la questione nera. All’interno di un movimento dialettico vivace ed emozionante, Greg ha trasformato la domanda che gli avevo posto in origine e l’ha elevata ad una questione estetica di portata universale. Sono molto orgogliosa di presentare questo lavoro innovativo per la mia prima edizione e di condividere con il pubblico del Festival questi film il cui corpus ripensa la storia del cinema.»

I grandi registi neri non dovrebbero essere paragonati solo ad altri registi neri, ma anche a notevoli registi di tutte le etnie e nazionalità. L’essenziale è assicurarsi che non siano suddivisi in ghetti estetici o culturali. Black Light porta sullo schermo e propone una contro-storia, mettendo in luce opere meno note e spesso omesse dal canone occidentale.

La Retrospettiva curata da Greg de Cuir Jr. sarà presentata in collaborazione con la Cinémathèque suisse. Il progetto vede inoltre coinvolte prestigiose e nuove istituzioni svizzere e internazionali che assicureranno una circuitazione che farà viaggiare la Retrospettiva fino al 2020. Fra le istituzioni già confermate: Cinémathèque suisse, Cinema REX Bern, Filmpodium Zürich, l’EYE Filmmuseum ad Amsterdam, Arsenal di Berlino e Cineteca Madrid.

Questi i 47 titoli della Retrospettiva di Locarno 72 Black Light:

  • Within Our Gates, di Oscar Micheaux (USA, 1920)
  • Borderline Kenneth, di MacPherson (UK/  Switzerland, 1930)
  • Daïnah la métisse, di Jean Grémillon (France, 1931)
  • The Blood of Jesus, di Spencer Williams (USA, 1941)
  • No Way Out, di Joseph Mankiewicz (USA, 1950)
  • Odds Against Tomorrow, di Robert Wise (USA, 1959)
  • Orfeu Negro, di Marcel Camus (Brazil / France / Italy, 1959)
  • The Cool World, di Shirley Clarke (USA, 1963)
  • La Noire de…, di Ousmane Sembene (France / Senegal, 1966)
  • Baldwin’s Nigger, di Horace Ové (UK, 1969)
  • La permission, di Melvin Van Peebles (France 1968)
  • Symbiopsychotaxiplasm: Take One, di William Greaves (USA 1968)
  • Uptight, di Jules Dassin (USA 1968)
  • Putney Swope, di Robert Downey Sr. (USA 1969)
  • Appunti per un’Orestiade africanadi Pier Paolo Pasolini (Italy, 1970)
  • Petit à petit, di Jean Rouch (France / Niger, 1970)
  • Sweet Sweetback’s Baadasssss Song, di Melvin Van Peebles (USA 1971)
  • Super Fly, di Gordon Parks Jr. (USA 1972)
  • The Harder They Come, di Perry Henzell (Jamaica, 1972)
  • Coffy, di Jack Hill (USA, 1973)
  • Ganja & Hessdi Bill Gunn (USA, 1973)
  • De cierta manera, di Sara Gomez (Cuba, 1974 – 1977)
  • Killer of Sheep, di Charles Burnett (USA 1978)
  • West Indies, di Med Hondo (France / Algeria / Mauritania, 1979)
  • Babylon, di Franco Rosso (UK / Italy, 1980)
  • Stir Crazy, di Sidney Poitier (USA, 1980)
  • Losing Ground, di Kathleen Collins (USA, 1982)
  • White dog, di Samuel Fuller (USA, 1982)
  • Amor Maldito, di Adélia Sampaio (Brazil, 1984)
  • Handsworth Songs, di John Akomfrah (UK, 1986)
  • She’s Gotta Have It, di Spike Lee (USA, 1986)
  • Classified People, di Yolande Zauberman (France, 1987)
  • Aboliçaodi Zózimo Bulbul (Brazil, 1988)
  • Do the Right Thing, di Spike Lee (USA, 1989)
  • A Dry White Season, di Euzhan Palcy (USA,1989)
  • Tongues Untied, di Marlon T. Riggs (USA, 1989)
  • Boyz n the Hood, di John Singleton (USA, 1991)
  • Daughters of the Dust, di Julie Dash (UK / USA, 1991)
  • Deep Cover, di Bill Duke (USA, 1992)
  • Juice, di Ernest Dickerson (USA / UK, 1992)
  • RUDEdi Clement Virgo (CAN, 1995)
  • Eve’s Bayou, di Kasi Lemmons (USA, 1997)
  • Frantz Fanon: Black Skin, White Mask, di Isaac Julien e Mark Nash (UK, 1995)
  • Jackie Brown, di Quentin Tarantino (USA, 1997)
  • Drylongso Cauleen, di Smith (USA, 1998)
  • Ghost Dog: The Way of the Samurai, di Jim Jarmusch (France / Germany / USA / Japan, 1999)
  • still/here, di Christopher Harris (USA, 2000)
In cima