Letteratura

A Berna il BAC legge “Più alto del mare” di Francesca Melandri

L’associazione “Berna Arte e Cultura (BAC)” è stata costituita allo scopo di organizzare eventi artistici e culturali in lingua italiana principalmente nella città di Berna. BAC favorisce la partecipazione di coloro che apprezzano la lingua e la cultura italiana e promuove la reciproca conoscenza dei propri soci tramite eventi culturali, cene e aperitivi in comune.  Nel corso dell’ultima riunione del suo club di lettura, i membri hanno deciso che prossimamente si avvierà la lettura comune di Più alto del mare, di Francesca Melandri.

Il libro, che chi lo ha proposto non esita a definirlo un capolavoro, racconta l’incontro di una moglie e di un padre le cui biografie sono accomunate dal dramma del carcere a cui sono stati condannati per omicidio il marito della prima e il figlio del secondo. Sullo sfondo ci sono gli anni di piombo. Un romanzo introspettivo che parla al cuore. Il libro verrà discusso martedì 13 agosto alle 18.30 nei locali del ristorante Lorenzini a Berna.

Il club di lettura s’incontra all’incirca ogni sei settimane alternando gli appuntamenti dedicati alla scelta del libro da leggere con la discussione dello stesso. Le date degli incontri, che si svolgono in una delle sale al primo piano del ristorante Lorenzini (Hotelgasse 10, Berna), vengono decise di volta in volta.

Durante l’ultima riunione sono stati valutati anche altri libri, come Chiamami sottovoce di Nicoletta Bortolotti. Il libro, ambientato tra Airolo e Lugano, ripercorre una difficile pagina della storia dell’emigrazione italiana in Svizzera, quella dei cosiddetti bambini nell’armadio, costretti a una vita nascosta e sottovoce perché privi del permesso di vivere con i loro genitori.

Valutato positivamente anche un recente romanzo di Carmen Korn: Figlie di una nuova era [Töchter einer neuen Zeit]. Si tratta del primo volume di una trilogia che ripercorre il Novecento attraverso la storia di quattro donne. Da leggere per riflettere su che cosa significava essere donne ieri, su che cosa voglia dire esserlo oggi e su che cosa ci aspetta domani.

Qualcuno, invece, ha segnalato Il piccolo naviglio, di Antonio Tabucchi. Anche in questo caso il lettore si ritrova catapultato in pieno Novecento ed è confrontato ad un susseguirsi di generazioni. Seconda la persona che ha proposto il libro, il punto di forza dello stesso è l’intreccio, avvincente e mai scontato, che s’invola sulle ali di una prosa raffinata, ben diversa dallo stile soggetto-predicato-oggetto proprio di tanti autori di oggi.

Un’ulteriore proposta ci porta in Sardegna con il romanzo Accabadora di Michela Murgia. Il tema è quello più che mai attuale dell’eutanasia, un tema che però viene da lontano visto che l’Accabadora – colei che dà la morte – fa parte della tradizione sarda. All’interrogativo etico sul fine vita si sovrappone quello sull’essenza dell’amore e delle relazioni umane. Avvincente, emozionante e scritto molto bene.

Un ulteriore partecipante ha segnalato Giustizia e mito di Luciano Violante e Marta Cartabia. Entrambi gli autori sono professori di diritto; Violante ha militato in politica ed ha presieduto la Commissione parlamentare antimafia. Non sempre il diritto riesce a dare risposte soddisfacenti ai conflitti morali, non ci riusciva ieri e non ci riesce oggi. Partendo dai miti di Edipo, Antigone e Creonte, gli autori indagano i dilemmi del diritto che a scadenza regolare riaffiorano nella nostra società.

Con l’ultimo proponente – che per scegliere il testo da proporre si è lasciato ispirare dai volumi presenti nella sua libreria – si va agli anni a ridosso della Seconda guerra mondiale, periodo al centro di molti libri proposti durante i nostri incontri. La cripta dei cappuccini [Die Kapuzinergruft], di Joseph Roth, è stato pubblicato nei Paesi Bassi nel 1938, dopo che l’autore aveva lasciato l’Austria. Considerato uno dei capolavori della letteratura mitteleuropea, il libro tematizza la decadenza dell’impero austroungarico e l’avvento del nazismo (0 punti). In alternativa, Fabrizio propone Tempo curvo a Krems l’ultima fatica di Claudio Magris, un altro autore e critico letterario affezionato alla Mitteleuropa. Non a caso è a lui che si deve la riscoperta del filone letterario di matrice ebraica a cui appartiene Joseph Roth.

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