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“Accessori di classe” a Rancate: la moda e la società del 1830-1930

Giovanni Boldini, Ritratto di Josephina Alvear de Errazuriz, 1913 ca. Olio su tela, Collezione privata, Courtesy METS Percorsi d’Arte, Novara. © METS Percorsi d’Arte, Novara

Cappelli, borse, scarpe, guanti, bastoni, ombrelli, fazzoletti e ventagli: oggetti che da secoli accompagnano la nostra quotidianità, ma che sono anche molto di più. Non semplici complementi d’abbigliamento, bensì segni distintivi di gusto, status e identità sociale.

La mostra Accessori di classe. Complementi di moda tra uso quotidiano e identità sociale 1830–1930, allestita alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate dal 19 ottobre 2025 al 22 febbraio 2026, invita il pubblico a scoprire la storia e l’evoluzione degli accessori nel cosiddetto “secolo della borghesia”, mettendoli a confronto con la loro rappresentazione nelle opere d’arte dell’epoca.

Tra i protagonisti del percorso espositivo, il cappello, un tempo simbolo irrinunciabile di eleganza, oggi sempre più raro, e il ventaglio, accessorio regale e popolare insieme, tornato di moda in anni recenti dopo secoli di oblio. Altri oggetti, come scarpe e borse, sono invece diventati emblemi di stile solo nel corso dell’ultimo secolo. A dialogare con questi manufatti sono ritratti di rappresentanza, manifesti pubblicitari, figurini, cataloghi e riviste di moda, che restituiscono un vivido ritratto dei costumi e del gusto dell’epoca. Ogni oggetto esposto racconta una storia di artigianato, eleganza e società, diventando una piccola testimonianza di un tempo in cui la moda era anche un linguaggio sociale.

Ventaglio pieghevole, 1900 circa, legno (stecche), avorio con decori in oro (guardia), carta dipinta a tempera (pagina), seta (nappa), carta dorata (retro), Manifattura orientale, Collezione Martina Erica Spica. © Foto Studiopagi, Lugano-Pregassona

Un approfondimento speciale, realizzato in collaborazione con il Centro di dialettologia e di etnografia dello Stato e con il Museo Onsernonese di Loco, è dedicato alla produzione di cappelli, cestini e borse di paglia: un’attività tipica della Val Onsernone, i cui prodotti venivano esportati fino in Germania e in Francia. Una sezione storica permette inoltre di riscoprire l’atmosfera dei laboratori e dei negozi di moda attivi in Ticino tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, con un excursus sui grandi magazzini luganesi e le botteghe di cappellai.

La mostra si chiude con la figura della stilista Elsa Barberis, le cui forme moderne e semplificate segnano l’inizio di una nuova stagione della moda e un nuovo modo di concepire gli accessori.

Curata da Elisabetta Chiodini e Mariangela Agliati Ruggia, l’esposizione riunisce oltre 200 opere e oggetti, tra cui una sessantina di dipinti e sculture provenienti da collezioni pubbliche e private, firmati da artisti come Giacomo Balla, Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Mosè Bianchi, Eliseo Sala, Vincenzo Cabianca, Bernardino Pasta, Spartaco Vela, Filippo Franzoni, Adolfo Feragutti Visconti, Luigi Rossi, Vittorio Matteo Corcos e molti altri.

L’inaugurazione è in programma per sabato 18 ottobre alle ore 17:00. Orari di apertura: dal 19 ottobre 2025 al 22 febbraio 2026. Ma-Ve, 9.00–12.00 / 14.00–17.00; Sa-Do, 10.00–12.00 / 14.00–18.00.

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