Lutto

Addio al grande scrittore ceco Milan Kundera

Lo scrittore Milan Kundera (1929 – 2023). Foto: Elisa Cabot – Wikimedia Commons

Milan Kundera, romanziere e saggista ceco, è morto a Parigi all’età di 94 anni. La notizia è stata data questa mattina, mercoledì 12 luglio, dall’emittente pubblica Czech Television. Lo scrittore, autore di romanzi che hanno cambiato la letteratura del Novecento, è stato più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, senza mai vincerlo. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, figurano invece il premio Mondello del 1978 e il Gran premio di letteratura dell’Accademia francese 2001. Il suo primo grande successo fu Lo scherzo, del 1967, seguito da Il valzer degli addii, e, nel 1984, dal successo planetario de L’insostenibile leggerezza dell’essere.

Era nato a Brno il 1° aprile 1929: grazie a suo padre che era direttore dell’Accademia musicale di Brno, la JAMU, e un noto pianista, studiò pianoforte e la passione per la musica tornerà spesso nei suoi testi letterari. Sempre da giovane, era appassionato di poesia e ha collaborato a varie riviste letterarie. Si laureò alla Scuola di Cinema, la FAMU, dove in seguito tenne corsi di letterature comparate. Risale al 1948 la sua iscrizione al Partito comunista, ma dopo appena due anni, a causa di alcune critiche da lui espresse alla politica culturale del paese, ne fu espulso salvo poi essere riammesso nel 1956. La sua influenza crebbe, e diventò un punto di riferimento importante nelle discussioni politiche di quegli anni. Nel 1968 si schierò apertamente a favore della cosiddetta “Primavera di Praga”, e fu per questo costretto a lasciare il posto di docente e, nel 1970, venne nuovamente espulso dal partito. Nel 1975 emigrò in Francia, ove ha insegnato alle università di Rennes e di Parigi. Nel 1979, a seguito della pubblicazione de Il libro del riso e dell’oblio, gli fu tolta la cittadinanza cecoslovacca. Nel 1981, grazie a un interessamento da parte del presidente francese François Mitterrand, ottenne quella francese.

Kundera ha debuttato come poeta con L’uomo è un grande giardino (1953), cui seguì L’ultimo maggio (1955 e 1961). Nella raccolta di liriche Monologhi (1957) supera gli schemi dell’epoca con una visione dell’amore esplorato nella sua dimensione drammatica ed erotica. Il primo libro di racconti, Amori ridicoli (1963), e i seguenti (Secondo quaderno di amori ridicoli, 1965, e Terzo quaderno di amori ridicoli, 1968) hanno avuto un’eco notevole. Alcuni temi dei racconti riappaiono nel romanzo Lo scherzo (1967) e nei successivi: lo scherzo o altro accadimento minuto e spesso casuale rappresenta la trappola della storia, gli aspetti penosi dell’amore, il rimpianto, l’oblio. Sono eloquenti i titoli dei romanzi (che escono solo all’estero e la cui traduzione francese precede di regola la pubblicazione dell’originale ceco): La vie est ailleurs (1973, Prix Médicis Etranger); La valse aux adieux (1976); Le livre du rire et de l’oubli (1979); L’insoutenable légèreté de l’être (1984); L’immortalité (1990). Nel saggio L’arte del romanzo (1960) Kundera traccia sullo sfondo della narrativa europea il percorso artistico dello scrittore ceco Vladislav Vančura. Lo stesso titolo sarà ripreso per le sette riflessioni sul romanzo europeo che spaziano da Rabelais, Diderot e Sterne a Kafka e ai contemporanei, ormai scritte direttamente in francese: L’art du roman (1986).

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