Danza

Alonzo King LINES Ballet: un’ode alla perfezione

Quella della danza è una disciplina che non smette mai di stupire. Quando poi si arriva a certi livelli di perfezione diventa un incontro con il sublime che cattura senza lasciare spazio a dubbi di sorta.

Come l’arrivo sul palco del LAC dell’Alonzo King LINES Ballet con Händel/Common Ground, due coreografie fenomenali per compiutezza seppur in una logica di complessità estetica per dieci straordinari danzatori.
Il coreografo Alonzo King, considerato fra i più visionari della nostra epoca, dopo innumerevoli e prestigiose collaborazioni in Europa e nel mondo, con il suo LINES Ballet ha mescolato per benino le carte del balletto in generale proponendo una danza che ha trasformato la classicità sotto ogni punto di vista. I meno profilati sul fronte della coreografia lo ricordano certamente anche per aver collaborato con il leggendario sassofonista jazz Pharoah Sanders.

Il pluripremiato Alonzo King sfugge alle definizioni ma certamente lo si può ascrivere fra i più visionari della scena contemporanea, in grado di costruire con i corpi dei suoi danzatori magnifiche trame cavalcando musiche senza tempo.
Dall’equilibrio settecentesco e barocco di Händel, oggetto della prima parte dello spettacolo, dalla musica del compositore tedesco si sprigionano evocazioni formali dalla drammaticità elegante e nobile, una perfetta introduzione a una esibizione davanti a una sala attentissima e occupata in ogni ordine di posti.

Le linee coreografiche diventano momenti di una scomposizione continua dove duetti e assoli sono parte di un tutto che risucchia l’anima dello spettatore in un turbine di emozioni dove l’eccellenza del singolo si confronta con l’affiatamento del collettivo.
Su un piano differente ma ugualmente eccezionale lo stesso avviene con Common Ground, un’articolata trama sulle musiche contemporanee di Fifty for the Future del celebre Kronos Quartet.
Nell’assortimento altamente competitivo del prestigioso ensemble musicale, la compagnia di San Francisco fondata nel 1982 da Alonzo King trova la casa ideale per liberare la sua bravura esecutiva in un disegno coreografico in ode  alla bellezza, alla città di San Francisco e a braccetto con sorpresa e ironia, tecnica e leggerezza.

Da citare tutti i danzatori di King: Robb Beresdorf, Adji Cissoko, Madeline DeVries, Lorris Eichinger, Suhaib Elhassan, Julia Erickson, James Gowan, Ilaria Guerra, Alvaro Montelongo e Michael Montgomery.

Trionfale l’accoglienza luganese.

Giorgio Thoeni

 

 

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