Commento

Ambientalisti di oggi e coerenza di domani

Fridays for Future – © Marlin Helene

È stato dato molto (e giusto) spazio a livello mediatico alle manifestazioni di piazza dei giovani e alle loro preoccupazioni ambientaliste ed ecologiste. Se ne è occupata intensamente anche la nostra RSI. Però, poi, ieri ho visto un servizio della nostra tv, in margine al Salone dell’auto di Ginevra. Il documento, senza che nemmeno venisse rilevata la contraddizione, metteva in luce come i ragazzi hanno ancora un forte legame con l’auto e non vogliono rinunciare a questo inquinante mezzo di locomozione anche se l’età della patente è in aumento. Questo ha confermato la mia interrogazione davanti alla marea, soprattutto di minorenni, che protestava nelle città. Certamente è lodevole il coraggio ideologico e certamente molti di loro ci credono. E la denuncia in particolare va rivolta, a livello politico, contro quei potenti che negano ad esempio l’esistenza di un surriscaldamento climatico. Ma, mi chiedo, questi frondisti riusciranno, crescendo, a vivere con coerenza i loro principi? Perché essere ecologisti e voler difendere l’ambiente, per quanto ancora è possibile, costa di più in termini di energie, tempo e denaro. Non sempre ma spesso. L’aereo richiede ad esempio molta più burocrazia, il viaggio durerà meno però bisogna essere in aeroporto con largo anticipo e poi non si arriva, come in genere con il treno, nel cuore della propria destinazione.

Qualche tempo fa sentivo studenti romandi dichiarare che il viaggio del diploma lo avrebbero fatto con un tragitto ferroviario, come se fosse la scoperta del secolo. Noi, della generazione accusata di insensibilità e di tutte le colpe contro il clima, a diciotto anni abbiamo percorso l’Europa con l’interrail e non ci sognavamo di prendere l’aereo. Ma adesso, attraverso le offerte low cost, volare ha un prezzo decisamente inferiore a quello di qualsiasi percorso ferroviario, se poi pensiamo alla Svizzera.

Molti, arrivando da fuori, non possono fare a meno della macchina, ma la si usa anche quando sarebbe meno stressante e persino complicato utilizzare mezzi pubblici. Il nostro, poi, è un cantone di automobilisti, felici di esserlo a quanto pare, vogliono fermarsi davanti alle proprie mete, guai a fare due passi in più. Se diminuiscono o si allontanano i posteggi, se aumentano di prezzo, c’è un sollevamento da parte dei negozianti e questo vorrà pur dire qualcosa. Io non ho mai posseduto un’auto e ho sempre pensato: se un giorno gli svantaggi di non averla supereranno i vantaggi, allora, perché no? In realtà quel momento non è mai arrivato, anzi, la situazione è peggiorata, tra code, ricerca di parcheggi, stress, incidenti vari.

In treno mi è successo di tutto, ma non c’è stato nulla che non abbia potuto superare con un buon libro, se ne sono avvantaggiati la mia cultura, la predisposizione alla contemplazione del paesaggio, la riflessione e anche i contatti umani, gli incontri che si possono fare in uno scompartimento, anche se non è più come una volta e tutti sembrano immersi nel loro schermo…

Questo degli spostamenti è solo uno dei problemi ambientali, ma anche uno dei più importanti.
In ogni caso, ragazzi, mantenete vivi e alti i vostri ideali e fra cinque anni vi voglio vedere tutti ancora in treno, in bicicletta o a piedi… Per un sicuro rinnovamento generazionale.

Manuela Camponovo

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