Teatro

“Anima Mundi”, le connessioni nascoste che ci rendono più umani

Anima Mundi, il nuovo spettacolo di Lucilla Giagnoni, in replica al Teatro di Locarno questa sera, richiede un solo requisito: che gli spettatori siano pronti a «dare e ricevere». Dare, prestare ascolto per percepire l’invito univoco che terra e galassie ci trasmettono: siate Uno. Uno con la natura che ci circonda, uno con l’erba che cresce nei prati e uno con i fiori cantati dai poeti. Proprio a loro, ai poeti, tanto attenti ai minuti segnali della natura, il mondo affida il suo messaggio più intimo, lo scopo più alto: risvegliare l’uomo («è fondamentale che sappiate di essere sulla terra») o, per l’appunto, fare, ricreare, ritessere quell’anima mundi – la connessione tra le anime di tutto quanto abita il mondo – andatasi per tanti motivi perdendosi. Se descrivere tale ispirazione poetica non è possibile, è però lecito parlare di coloro che ne hanno toccato i vertici: tra questi, Giacomo Leopardi. Intessuta di rimandi allo Zibaldone, ai Canti, alle Operette morali, la pièce si rivolge allo spettatore, per dichiarazione stessa della Giagnoni, come un’interrogazione che è «atto estremo d’amore e d’immaginazione».

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