Architettura

Archi: il calcestruzzo e le sue trasformazioni nel tempo

Il nuovo numero di “Archi” presenta Strategie innovative nel restauro del cemento armato. Tra manutenzione di ponti, conservazione di strutture storiche (il Padiglione alla Magliana di Pier Luigi Nervi) e dialoghi tra calcestruzzi vecchi e nuovi (nell’ampliamento delle Scuole Nosedo e in una casa a Monte Carasso che si accosta a un progetto di Luigi Snozzi).

L’invenzione del calcestruzzo armato ha segnato l’edilizia del Novecento: economico e solido, permetteva di costruire strutture con portate e forme prima impossibili, e sembrava eterno. Eterno, però, non era: come ha tristemente dimostrato il crollo del Ponte Morandi a Genova, il suo mantenimento richiede un attento monitoraggio e manutenzione. Oggi l’edilizia deve quindi confrontarsi con il mutare del cemento nel tempo, tema che si pone sia per le opere storiche, sia per quelle nuove. Come scrive Alberto Bologna nel terzo numero del 2020 di “Archi”, rivista svizzera d’architettura, ingegneria e urbanistica pubblicata da Espazium – edizioni per la cultura della costruzione, «la relazione con il tempo diventa così il principale tema progettuale».

Curato da Stefano Zerbi e Eugen Brühwiler, il numero riflette sulla questione proponendo alcuni esempi di «Strategie innovative nel restauro del cemento armato». Da una parte documenta quindi interventi all’avanguardia per la conservazione di infrastrutture storiche: il Padiglione alla Magliana di Pier Luigi Nervi, restaurato da Sergio Poretti e Tullia Iori, e una serie di ponti stradali e autostradali svizzeri, rinnovati rispettivamente dallo studio d’ingegneria Conzett Bronzini Partner e dal consorzio INGE A4SZ. Dall’altra, riflette sul rapporto tra calcestruzzo e tempo attraverso due progetti in cui cementi di epoche diverse si incontrano: le scuole Nosedo di Massagno, dove la struttura originale di Alberto Finzi trova nuova vita nell’intervento di Durisch Nolli Giraudi Radczuweit, e una casa a Monte Carasso di Snozzi Groisman & Groisman, che nasce dal dialogo con un’abitazione esistente di Luigi Snozzi.

Tutti interventi che, prolungando la vita di opere esistenti, permettono di rispondere a un imperativo sempre più sentito anche in ambito edilizio: utilizzare in modo sostenibile le risorse. Come scrive nell’editoriale Mercedes Daguerre, direttrice di “Archi”, «oggi più che mai, prendersi cura – dell’ambiente, del territorio, delle città e dei suoi abitanti – dovrebbe essere il punto di partenza di una nuova fase che dia almeno una possibilità a un domani consapevole e sostenibile».

Il nuovo numero di “Archi” è reperibile dal 15 giugno nelle librerie e su www.espazium.ch.

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