Commento

Caccia MiG-29 all’Ucraina, la lezione dell’“altra Europa”

Durante la Guerra Fredda l’Europa centro-orientale sotto giogo sovietico era nota come l’“altra Europa”. Quella occidentale si riteneva sola ed unica interprete dei “valori europei”. Ma con la guerra in Ucraina gli ex paesi del Patto di Varsavia contribuiscono oggi più che mai a tenere vivi i valori sui cui poggia l’Europa. Tra questi, la difesa degli aggrediti, la promozione della libertà e della democrazia. Polonia e Slovacchia sono stati i primi paesi dell’UE a consegnare parte dei propri caccia MiG-29 all’Ucraina. Si tratta di un evento senza precedenti per almeno due motivi. Primo: è la prima volta dall’inizio della guerra che paesi NATO hanno mandato velivoli da combattimento in Ucraina. Secondo: è significativo che questi due paesi siano proprio due ex membri del patto di Varsavia. Il che la dice lunga sulla scelta atlantica di questi paesi in prima linea nella difesa dell’Ucraina e nell’accoglienza dei profughi.

In febbraio, il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj chiese alla Slovacchia i MiG-29. Il Primo Ministro ad interim Eduard Heger disse che il suo paese avrebbe fatto il possibile per soddisfare la richiesta. Il 17 marzo scorso, il governo di Bratislava ha approvato all’unanimità la cessione dei MiG-29 come parte del sistema di difesa aerea. Heger ha ribadito che il governo ha preso la decisione in conformità con la Costituzione slovacca. «Il nostro governo è dalla parte giusta della Storia», ha detto. «Sia i caccia che il sistema di difesa aerea sono inutili per noi». Il processo di cessione è stato coordinato con i polacchi, l’Ucraina e altri alleati. Il Primo Ministro ha anche sottolineato che l’equipaggiamento è destinato a proteggere i civili, negando che l’invio di jet significhi un coinvolgimento della Slovacchia nella guerra in Ucraina.

Secondo il governo, la consegna è conforme all’ordinamento giuridico della Repubblica Slovacca, nonché ai principi del diritto internazionale. È la mossa giusta, ha insistito l’esecutivo, nonché in linea con gli interessi di sicurezza della Slovacchia. Per voce di Dmitrij Peskov, il Cremlino ha risposto dicendo che distruggerà i jet. Il Ministro della Difesa slovacco Jaroslav Nad’ ha firmato un accordo intergovernativo con l’Ucraina per l’invio di MiG-29. «Il valore più grande è la vita umana, quindi credo che grazie all’equipaggiamento slovacco sarà possibile proteggerne il maggior numero possibile», ha detto. Nad’ ha inoltre confermato che la Slovacchia chiederà un risarcimento al Fondo europeo per la pace. Ma anche nell’“altra Europa” ci sono degli scettici in materia di fornitura di armi all’Ucraina. Il leader di Hlas-SD Peter Pellegrini non è d’accordo con la decisione del governo.

Il partito Smer-SD, presieduto da Robert Fico, ha spiegato che regalare cinque caccia non cambierà il corso della guerra in Ucraina. Un «gesto politico inutile», un atto di «aperta ostilità contro la Russia». L’argomento del “non facciamo arrabbiare la Russia” è vivo e vegeto anche in Slovacchia, così come nell’“altra Europa”, peraltro più esposta alla propaganda e alla disinformazione russa. Cedendo i MiG-29 a Kiev, forse Bratislava ha messo a rischio il proprio arsenale militare. Mentre dalla Germania mandano elmetti all’Ucraina e dalla Francia si invita a non «umiliare Mosca», Polonia e Slovacchia – che confinano con l’Ucraina – forniscono jet respingere l’invasione russa e riaffermare l’indipendenza ucraina. Polacchi e slovacchi conoscono il valore della libertà perché sanno il prezzo dell’oppressione. L’“altra Europa” ha dato una grande lezione ai titubanti, incerti e riluttanti paesi dell’Europa occidentale.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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