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Carlo Ossola presenta “Maria. Cronaca di una vita” di Samchuk

Giovedì 19 maggio, alle ore 18.00, nella Hall del LAC, Carlo Ossola, critico letterario e accademico, curatore del romanzo Maria. Cronaca di una vita (Edizioni Clichy, Firenze) dello scrittore ucraino Ulas Samchuk, incontra il pubblico in occasione della pubblicazione del volume che viene tradotto per la prima volta in italiano. La traduttrice Mariia Semegen affianca il professor Ossola nella conversazione, che sarà moderata da Rachele Bianchi Porro, giornalista RSI.

«Far memoria del passato serve a comprendere il presente» dichiara il prof. Ossola introducendo questo classico tornato di attualità nel contesto del conflitto russo-ucraino. Il romanzo racconta del terribile sterminio ucraino (l’Holodomor) avvenuto nel 1932-1933, causato dalla fame e dalle sistematiche persecuzioni e deportazioni ordinate da Stalin. Pubblicato per la prima volta nel 1934 a Leopoli, venne subito vietato dal regime sovietico e a distanza di quasi sessant’anni, nel 1991, l’opera è stata letta dai suoi connazionali. In Italia il romanzo viene pubblicato ora (in uscita il 17 maggio 2022), grazie alle Edizioni Clichy, mentre l’attuale conflitto rinnova la sofferenza e l’esodo del popolo ucraino. Ulas Samchuk, uno dei più grandi scrittori ucraini del Novecento, innesta la sua straziante narrazione sullo sfondo politico dell’Unione Sovietica di Stalin, con l’industrializzazione forzata, la collettivizzazione delle proprietà agricole, il gulag, le misure coercitive, la carestia e la fame, e il romanzo segue questa vertigine di annientamento con tragica asciuttezza.

Ulas Samchuk (Derman’ 1905–Toronto 1987) appartiene alla tradizione letteraria della diaspora, avendo trascorso la maggior parte della sua vita lontano dal proprio Paese. Fuggito in Germania nel 1927, vive successivamente a Praga e ritorna in Ucraina nel 1933, dove scrive Maria. Cronaca di una vita, per raccontare il genocidio del suo popolo. Tornato a Praga, diventa un attivista per i diritti degli ucraini. Nel 1948 si trasferisce in Canada, luogo in cui per il resto della sua vita coordina gli scrittori in esilio e dove morirà nel 1987. Tra le sue opere: Su vecchi sentieri (1926), la trilogia Volyn’ (I-III, 1932–1937), Kulak (1932), I monti parlano (1934), Ost (1948) e Buio (1957). Le memorie Dodici e cinque (1954) e Sul cavallo bianco (1956) sono prevalentemente dedicate alle vicende della seconda guerra mondiale.

L’appuntamento rientra nella programmazione LAC edu. Ingresso libero; è consigliata la prenotazione su edu.luganolac.ch. Resta la possibilità di presentarsi all’evento senza prenotazione ma la disponibilità dei posti a sedere non è assicurata.

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