Cinema

Chris the Swiss

Si chiama Chris the Swiss ed è l’animadoc in lingua inglese della regista svizzera Anja Kofmel presentato nella settimana della critica alla scorsa edizione del Festival di Cannes mentre proprio in questi giorni ha fatto il suo ingresso nelle sale cinematografiche zurighesi e sta facendo molto parlare di sé. Non solo, fino al 29 settembre alla galleria Animatorium, nella parte della città vecchia di Zurigo, è in corso una mostra che racconta retroscena, sviluppi e curiosità del progetto di Anja Kofmel.

Che cos’è innanzitutto un animadoc? Come la parola stessa suggerisce è il connubio tra cinema d’animazione e documentario, si tratta di un genere nuovo ancora tutto da sondare che ha offerto ad Anja Kofmel, nata a Lugano nel 1982, l’opportunità di rappresentare e raccontare al meglio da un lato gli elementi più personali, soggettivi, le questioni aperte e non certe, dall’altro, invece, di presentare i fatti reali.

Chris the Swis racconta, infatti, la storia vera di Chris Würtenberg un giornalista freelance che all’età di 27 anni, nel 1992 decide di partire dalla Svizzera per andare nei Balcani e raccontare che cosa sta succedendo, per vedere con i propri occhi fatti e protagonisti della guerra in corso in Jugoslavia. Morirà dopo pochi mesi, il suo corpo rinvenuto sul confine serbo veste una divisa militare mercenaria. Che cosa è successo? Chi lo ha ucciso? Perchè indossa quella divisa? Un alone di mistero circonda la sua morte.

Sono queste che le domande che Anja Kofmel solleva e alle quali tenta di dare una risposta in un lavoro che diventa autentica ricerca e investigazione sulle tracce di Chris, suo cugino, morto quando lei aveva soli dieci anni. E proprio da qui parte l’animadoc, con scene d’animazione in bianco e nero che mostrano una piccola bimba dagli occhi grandi sperduta in un immenso campo che cerca Chris, lo sogna e non può fare a meno di mettersi alla sua ricerca aiutata da appunti personali rinvenuti, interviste ai suoi colleghi giornalisti a Zagabria, ai mercenari di allora, alle persone che ha incontrato negli ultimi mesi della sua vita. Anja Kofmel ha persino intervistato Ilich Ramírez Sánchez, meglio conosciuto come Carlos lo Sciacallo, terrorista e mercenario venezuelano detenuto nelle carceri francesi, secondo il quale Chris faceva parte dei servizi segreti svizzeri.

Tra animazione, realtà e finzione un’altra questione importante che si solleva è la condizione dei giornalisti freelance che vanno nelle zone di guerra senza avere le spalle coperte, senza sicurezze e garanzie di sorta in una realtà editoriale che, rispetto al passato, paga una miseria per i loro pezzi e reportage ma anche del loro, come di altri giornalisti, difficile ruolo di rimanere spettatori, osservatori imparziali dinanzi alle crudeltà, agli scempi, alle violenze e alle ingiustizie. Chris probabilmente non ci è riuscito.

Questo articolo non vuole essere una recensione cinematografica ma offrire lo spunto per far conoscere la storia e le peculiarità di questo animadoc svizzero. A questo proposito potete dare un’occhiata al video che racconta il dietro le quinte, il making of di questo animadoc realizzato interamente in uno studio di Zagabria.

Natascha Fioretti

 

 

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