In Atlante delle città eterne (Baldini+Castoldi 2025) Fernando Gentilini ripercorre alcune grandi città europee tramite interviste immaginarie a grandi figure che hanno avuto un impatto di portata mondiale. L’autore sceglie di partire da un concetto: l’invisibile, per vedere più chiaramente. Si lascia dunque condurre dalle voci di scrittori, artisti, santi e filosofi che, prima di noi, hanno abitato quei luoghi e ne hanno forgiato l’anima. Il volume si configura come una raccolta di itinerari e voci dell’Europa. «Basta spostarsi di città in città per rendersi conto che quel che le unisce è assai più forte di quel che le divide. Anche se per capirlo bisogna abbandonare la superficie del mondo e scendere nelle sue viscere, scavando sul posto, passando dalla potenza della geografia a quella della storia e della tradizione». Viaggiare in verticale significa calarsi nel tempo profondo, abbandonare gli itinerari di superficie per approfondire le cose, secondo l’autore.
Si parte, naturalmente da Roma, la città eterna, con un colloquio tra Nerone e Seneca, che discutono del viaggio filosofico in Grecia. Poi è il turno di Benedetto da Norcia sull’origine del monachesimo. Discesa a Napoli, con Curzio Malaparte sulla civiltà partenopea e discorsi sulla morte di San Gennaro. Poi salita a Milano, con un’intervista a Leonardo da Vinci sulla città degli Sforza e poi a Cristina Belgiojoso sullo spirito milanese. Partenza per Parigi e dintorni, dove Giovanna d’Arco racconta la sua idea di Francia mentre Victor Hugo parla di Notre-Dame, Edith Piaf e Yves Montand della canzone francese e il generale Charles de Gaulle sulla grandeur. Poi Fernando Gentilini scende a Tolosa, dialogando con Simone Weil e Guido Ceronetti. Attraversamento della Manica, a Londra, “intervista” due importanti letterati: Bram Stoker sulla xenofobia vittoriana e Joseph Conrad sul colonialismo – con particolare riferimento al Belgio.
Ed è proprio lì la prossima tappa, inaugurata da una chiacchierata tra Charlotte Brontë ed Emily Brontë. Victor Horta racconta il sogno della città-foresta e Jacques Brel parla del Sud e dei cantautori italiani. A Gand incontro con Jan van Eyck, a Bruges Hugo Claus. Ad Eisenach Martin Lutero racconta il ruolo della Bibbia durante la Riforma, mentre a Königsberg Immanuel Kant discute di pace perpetua e Claus von Clausewitz della sua Prussia. Il viaggio di Fernando Gentilini prosegue poi a Vilnius, con un’intervista a Czesław Miłosz sul Commonwealth polacco-lituano. Dunque, a Bučač, dove Shmuel Yosef Agnon parla dell’Olocausto. Ritorno alla Mitteleuropa, a Vienna, dove Elisabetta di Baviera parla degli Asburgo e Stefan Zweig del “mondo di ieri”. Il viaggio si conclude tra Sarajevo con Predrag Matvejević che narra della Gerusalemme d’Europa; Odessa, dove Isaak Ėmmanuilovič Babel’ ripercorre il cosmopolitismo; e San Pietroburgo, dove Iosif Aleksandrovič Brodskij riflette sulla città.
Amedeo Gasparini
In Atlante delle città eterne (Baldini+Castoldi 2025) Fernando Gentilini ripercorre alcune grandi città europee tramite interviste immaginarie a grandi figure che hanno avuto un impatto di portata mondiale. L’autore sceglie di partire da un concetto: l’invisibile, per vedere più chiaramente. Si lascia dunque condurre dalle voci di scrittori, artisti, santi e filosofi che, prima di noi, hanno abitato quei luoghi e ne hanno forgiato l’anima. Il volume si configura come una raccolta di itinerari e voci dell’Europa. «Basta spostarsi di città in città per rendersi conto che quel che le unisce è assai più forte di quel che le divide. Anche se per capirlo bisogna abbandonare la superficie del mondo e scendere nelle sue viscere, scavando sul posto, passando dalla potenza della geografia a quella della storia e della tradizione». Viaggiare in verticale significa calarsi nel tempo profondo, abbandonare gli itinerari di superficie per approfondire le cose, secondo l’autore.
Si parte, naturalmente da Roma, la città eterna, con un colloquio tra Nerone e Seneca, che discutono del viaggio filosofico in Grecia. Poi è il turno di Benedetto da Norcia sull’origine del monachesimo. Discesa a Napoli, con Curzio Malaparte sulla civiltà partenopea e discorsi sulla morte di San Gennaro. Poi salita a Milano, con un’intervista a Leonardo da Vinci sulla città degli Sforza e poi a Cristina Belgiojoso sullo spirito milanese. Partenza per Parigi e dintorni, dove Giovanna d’Arco racconta la sua idea di Francia mentre Victor Hugo parla di Notre-Dame, Edith Piaf e Yves Montand della canzone francese e il generale Charles de Gaulle sulla grandeur. Poi Fernando Gentilini scende a Tolosa, dialogando con Simone Weil e Guido Ceronetti. Attraversamento della Manica, a Londra, “intervista” due importanti letterati: Bram Stoker sulla xenofobia vittoriana e Joseph Conrad sul colonialismo – con particolare riferimento al Belgio.
Ed è proprio lì la prossima tappa, inaugurata da una chiacchierata tra Charlotte Brontë ed Emily Brontë. Victor Horta racconta il sogno della città-foresta e Jacques Brel parla del Sud e dei cantautori italiani. A Gand incontro con Jan van Eyck, a Bruges Hugo Claus. Ad Eisenach Martin Lutero racconta il ruolo della Bibbia durante la Riforma, mentre a Königsberg Immanuel Kant discute di pace perpetua e Claus von Clausewitz della sua Prussia. Il viaggio di Fernando Gentilini prosegue poi a Vilnius, con un’intervista a Czesław Miłosz sul Commonwealth polacco-lituano. Dunque, a Bučač, dove Shmuel Yosef Agnon parla dell’Olocausto. Ritorno alla Mitteleuropa, a Vienna, dove Elisabetta di Baviera parla degli Asburgo e Stefan Zweig del “mondo di ieri”. Il viaggio si conclude tra Sarajevo con Predrag Matvejević che narra della Gerusalemme d’Europa; Odessa, dove Isaak Ėmmanuilovič Babel’ ripercorre il cosmopolitismo; e San Pietroburgo, dove Iosif Aleksandrovič Brodskij riflette sulla città.
Amedeo Gasparini