Nonostante le scuole chiuse e mezzo Ticino in vacanza, l’appuntamento del mercoledì pomeriggio non è andato deserto al Teatro Foce di Lugano. Una “baracca” a due piani, di un bel verde squillante, adornata da ghirlande di fiori multicolori, attende bimbi e adulti. Lo storico Teatrino dell’ES, emiliano, con burattini o pupazzi mossi da bastoni, ha proposto La fiaba delle piccole paure ben in sintonia con la vigilia di Ognissanti, ricca di spunti pedagogici. Ci sono diversi animali, ma in particolare una leonessa materna intenta a spiegare al figliolo, paradossalmente fifone, che non bisogna aver paura del buio né di mostri immaginari. E poi, storia nella storia, narra la vicenda di Eugenio, bambino coraggioso che va alla ricerca dei suoi genitori rapiti da un orco cattivissimo. In questo tradizionale viaggio d’iniziazione viene aiutato da un gufo che spiega anche come di qualcosa però è bene aver paura: di fuochi, fornelli, ferro da stiro o della strada trafficata… E con una penna magica e un’opportuna formula lo aiuta a vincere un coccodrillo, a trasformare un fantasma in allegre farfalle. Il bambino finisce nelle sgrinfie di una strega che vuole mangiarselo ma con furbizia riesce a far finire lei in pentola. E poi fa addormentare l’orco per riabbracciare i genitori… C’è anche di mezzo una fanciulla… E tutti naturalmente vissero felici e contenti. Si ritorna a Leoncino che adesso ha imparato e non fugge più davanti ai conigli, diventato grosso e spaventoso. La narrazione procede in modo tradizionale e vivace, qualche difetto nell’enfasi della recitazione ma i bambini partecipano anche attivamente.
Vittorio Zanella, animatore insieme a Rita Pasqualini, alla fine porta in scena la strega perché può diventare buona con il bacio di un bambino e le più coraggiose si mostrano le femminucce… Il burattinaio ha reso omaggio anche a Michel Poletti ricordandoci che qui abbiamo un grande festival, organizzato da un nome famoso e riconosciuto a livello internazionale. Sarà per questo che, confermando il detto “Nessuno profeta in patria”, il Cantone ha ridotto il sostegno finanziario alla manifestazione. In ogni caso, cerchiamo di apprezzare e speriamo che anche in futuro si capisca quanto il teatro, piuttosto che i video di qualsiasi specie essi siano, regalano in termini di crescita educativa, culturale, emozionale.
Manuela Camponovo