Impressioni di una crisi

Cronaca di un ritorno in Romagna

Decido di tornare in Romagna con la famiglia il primo week end possibile, dopo la riapertura delle frontiere. I nonni non possono più attendere e scalpitano per rivedere la nipote ed anche io sono curiosa di capire che aria si respira in Italia. Non ci vado da febbraio e sono un po’ emozionata. Anche se vivo in Svizzera ormai da 4 anni, ho l’abitudine di vagabondare spesso in Italia in giornata per la spesa, lo shopping, una cena, un aperitivo e questa lunga permanenza Luganese mi ha resa più inquieta del solito. Il viaggio è tranquillo, il traffico è poco, ma appena arrivo mi accorgo subito che c’è un diverso rapporto con le mascherine; qui le indossano tutti, anche mentre camminano da soli per strada, in bicicletta o mentre guidano l’auto. La mascherina è obbligatoria per accedere al ristorante, prima di venire sistemati al proprio tavolo. Esco a cena con un’amica, che mi carica in macchina ma mi dice di mettermi nel sedile posteriore, se no rischiamo la multa! Non me l’aspettavo, anche perché poi al ristorante ci sediamo al tavolo vicine e senza mascherina. Lo trovo un po’ paradossale, ma la regola è questa. Mi racconta che è stata dura non potere mai uscire, neanche per una passeggiata. E’ stato triste vedere i bambini annoiati e soli, senza potere tornare a scuola. Dimenticati. Del resto queste sensazioni le avevo già percepite: durante il lockdown, complice il tanto tempo libero e la maggiore vicinanza emotiva che si prova in situazioni di emergenza, mi sono tenuta in contatto con tutti, anche con chi ormai non sentivo quasi più.

Scalpito per andare al mare…ormai siamo a metà giugno e la Riviera Romagnola è famosa per fare partire presto la stagione balneare. Pasqua è come ferragosto, con la gente che si riversa in spiaggia al primo raggio di sole. Ma questo non è un anno come gli altri, ormai lo abbiamo capito. Cosa starà succedendo in Riviera? Vado a Milano Marittima; molti alberghi stanno riaprendo proprio in questi giorni, altri però sono ancora chiusi. Mi stupisco, in particolare, di trovare chiuso un family hotel che solitamente è molto frequentato e pieno di bambini schiamazzanti sopra i gonfiabili. Forse aprirà solo in luglio. I negozi e i ristoranti sono tutti aperti, invece, come al solito. La via dello shopping non è cambiata. Vado in spiaggia: la mascherina è obbligatoria quando si arriva ma poi, una volta giunti al proprio posto si può toglierla…e meno male! Mi ero preparata al peggio, ma devo dire che al mio arrivo ho percepito la solita sensazione di calore e familiarità. La solarità romagnola è sempre la stessa: il gestore dello stabilimento balneare mi accoglie con il solito sorriso e mi mostra la nuova passerella, che quest’anno è larga il doppio, per consentire il passaggio in sicurezza dei bagnanti in entrambe le direzioni.

Gli ombrelloni, mi dice, sono più distanziati; ma a vederli così, senza il metro alla mano, sembra tutto come al solito. A parte l’immancabile disinfettante all’ingresso e la mascherina per entrare, tutto è come sempre. Sembra quasi che la spiaggia sia un mondo a parte; se in giro per la città ho incontrato prevalentemente persone che si aggiravano guardinghe con la mascherina, qui invece sembra di essere in un mondo parallelo, dove la gente cammina tranquilla sulla battigia e si gode il sole senza tanto preoccuparsi delle distanze sociali. Le mascherine le indossano soltanto i baristi ed i camerieri; per loro è obbligatorio anche in spiaggia.

La sensazione che mi è rimasta addosso è quella di una rinascita; ricominciare è sempre faticoso ma porta con sé l’eccitazione del rinnovamento e, nell’incertezza della ripartenza, la certezza di non essere più gli stessi. Ogni piccola cosa è vissuta con maggiore pienezza e consapevolezza; in fondo, inizia così ogni vero cambiamento. Voglio sperare che sia così.

Nazarena Bignami

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