Impressioni di una crisi

Da Praga – Piccoli ricordi praghesi dal sapore antico

Sembrano lontanissimi i giorni in cui si usciva di casa e si osservavano i bellissimi palazzi di Praga 2, dove l’art nouveau d’inizio Novecento svetta sulla grisaglia da Politburo e morte infrastrutturale di quasi mezzo secolo di Comunismo. E quei cantieri che davano tanto fastidio improvvisamente mancano: come fanno molti anziani, in tanti – pur di evadere dalla quarantena – volentieri andrebbero a fissare i buchi in strada e le gru in azione, col cappello in testa, il giornale in mano e un leggero accenno di gobba.

La birra artigianale è un gusto oramai sconosciuto: quella ceca è come l’espresso italiano; va bene quasi a tutte le ore del giorno, perché diventa una necessità, un costume. La birrata con gli amici, lo schiocco del vetro dei grossi boccali al bar durante il brindisi, un cartoccio di patatine fritte belle unte mentre si passeggia al Můstek… Tutto quasi dimenticato: ricordi sbiaditi. E pensare che siamo solo alla quinta settimana di quarantena …

Ciò che è chiaro sin da ora è che al termine dell’emergenza sanitaria molte piccole azioni che davamo per scontato subiranno un cambiamento quasi radicale a livello di percezione individuale. Anche a Praga: tollereremo meglio il cingolare dei tram, gli uccelli che rovinano le foto sul Ponte Carlo, il cane del vicino che abbaia per uscire a fare una passeggiata a Karlovo náměstí, la coda alla Česká pošta o alle banche …

Tutti segnali di vita, di una vita che ancora oggi è malinconicamente repressa nelle case. Mentre il sole ci guarda, oltre i vetri della finestra. Finita la quarantena riprenderemo prepotentemente il nostro “quotidiano”, ma con una percezione diversa: avremmo sperimentato il taglio dei legami sociali e altro non vorremmo che ri-entrare in contatto con gli altri. Per quanto solitari si possa essere, l’isolamento perpetuo non è sano.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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