FIT Festival

Di libertà e orsi

“Bears” del collettivo Wunderbaum. ©Fred Debrock

Qualche avvertenza sullo spettacolo (spari, fuoco, nudità, in realtà tutto molto discreto, nonostante l’offerta di tappi per le orecchie sensibili) e la sempre folta (nei limiti dello spazio) platea del Festival, ieri, sul palco del LAC si è trovata di fronte all’indovinata idea scenografica, una struttura che ricompone il tiro a segno di un lunapark, dietro si svolgerà la maggior parte dell’azione dei personaggi rappresentanti della comunità di libertari. Mentre il funzionario del dipartimento Caccia e Pesca, con un cappello alla David Crockett, agirà al di fuori, davanti al pubblico che, come introduzione, viene edotto sulle caratteristiche dell’orso nero (molto più attrezzato dell’essere umano, in quanto a potenza e cinque sensi, oltre ad avere una notevole intelligenza) e, come se l’uditorio fosse composto da cittadini americani che vivono in prossimità di un bosco, sul comportamento da tenere, per evitare incontri sgraditi (ad esempio non lasciare cibo in giro).

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