Intervista

Fare teatro, produrre bellezza. L’arte di Roberto Albin

«È proprio necessario essere qualcuno? Basta vivere dell’essenziale che pulsa in te». Incontrare Roberto Albin, attore e musicista, classe 1969, nato a Napoli ma di origini svizzere, pur conoscendolo da tempo, è sempre una sorpresa. Può sorprendere, in positivo, la sua idea di teatro, la sua volontà di andare avanti al di là delle difficoltà – quelle del mondo teatrale, in Ticino come altrove – ma anche la sua convinzione di fondo che tutto, forse, potrebbe ancora volgere in meglio. Tra i suoi interessi di sempre, quei «testi che tutti ignorano o di cui pochissimi sanno l’esistenza»: testi non tanto cercati con pazienza, quanto «incontrati» spesso nel più insolito e inaspettato dei modi. Ritroviamo tra questi, ultimissimi tra gli “incontri” avuti, il volume «In cammino con la sclerosi multipla», scritto da Simona, un’amica, per Albin, conosciuta andando a Messa a Lugano. Un testo che lo tocca subito molto e che lo vede coinvolto, attualmente, nella preparazione dello spettacolo «Katie e Simona donne in una fede difficile», una pièce con la quale intenderebbe dare corpo a una riflessione sullo stato e la condizione della donna oggi. Un testo, il suo, che è solo uno dei tanti ai quali Albin sta lavorando: «Per l’anno prossimo la programmazione del Foce è già al completo, ma continuo a lavorare. Mi piacerebbe approfondire anche le tragedie shakespeariane, che sono oggi tutte da riscoprire; me ne sto occupando con lo studioso di testi di Shakespeare Carlo Giuliano».

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