Cinema

FFDUL, il programma della nona edizione

Torna dal 19 al 23 ottobre la nona edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL), sotto la direzione di Antonio Prata e la presidenza di Roberto Pomari: cinque giorni in cui si concentreranno ventisei film – tra cui nove prime svizzere e quindici prime per la Svizzera italiana – e altrettanti approfondimenti con ospiti internazionali e locali, fondazioni, ONG, testimoni, autori per favorire la sensibilizzazione sulla violazione, ma anche la conquista e riconquista dei diritti umani. Come è abitudine la casa del festival si dividerà tra il Cinema Corso e il Cinema Iride di Lugano, e prevede sei proiezioni per le scuole.

Il programma, presentato oggi, giovedì 29 settembre, mira a dar voce a chi non ce l’ha, facendo luce sull’attualità, ma anche sulle realtà poco conosciute o dimenticate. «A 74 anni dalla proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani», afferma il presidente Roberto Pomari «sembra che si stia ritornando alla casella di partenza di un gioco diabolico, con l’umanità ritornata ostaggio di minacce che si credevano affidate alla storia, come guerre, invasioni, totalitarismi e olocausti nucleari». «Titoli da prima pagina», aggiunge Pomari, «che purtroppo ci fanno scordare il lungo catalogo delle tante, troppe storie dimenticate dalla stretta attualità». La mediazione tematica del FFDUL «affianca film e riflessioni su problematiche coesistenti, eliminando la discriminazione dell’attualità e proponendo una prospettiva di comprensione e di riflessione». Per quanto riguarda la crisi ucraina, dichiara il direttore Antonio Prata, «cercheremo di dialogare su quanto sta accadendo vicino a noi, tentando un approccio diverso rispetto a quanto sentiamo e vediamo quotidianamente, affinché il discorso non debba limitarsi alla sola narrativa delle rivendicazioni e dei colpevoli, tra questioni politiche e motivazioni economiche». I titoli selezionati, aggiunge Prata, «raccontano il conflitto, vanno oltre i confini dell’Ucraina e raccontano anche i paesi vicini». Un cinema d’impegno, conclude, che si proporrà anche di rispondere ai seguenti interrogativi: «Qual è oggi lo stato delle nostre democrazie? Chi è rimasto a proteggerle? Abbiamo difese a sufficienza?».

 

Il programma di FFDUL

Mercoledì 19 ottobre

La giornata d’apertura si svolge interamente al Cinema Corso e si apre con due proiezioni per le scuole, entrambe prime della Svizzera italiana: Yuni di Kamila Andini (ore 09.30), pellicola ambientata in Indonesia che racconta la difficile scelta della giovane protagonista, divisa tra il rispetto delle tradizioni e i propri sogni; The Return: Life After ISIS di Alba Sotorra (ore 13.30, in collaborazione con l’Associazione FRASI), la testimonianza di un gruppo di donne occidentali che, da adolescenti, hanno dedicato la loro vita all’ISIS. Le proiezioni saranno seguite da un dibattito di approfondimento: Matrimoni forzati e violazione dei diritti umani e L’assunzione di responsabilità come processo che coinvolge tutti.

Segue Minsk di Boris Guts (ore 17.30, prima Svizzera), che porta in scena le proteste della popolazione civile bielorussa contro le elezioni presidenziali del 2020 e la violenta risposta della polizia, e l’approfondimento Bielorussia: il nuovo regime del terrore. L’apertura ufficiale del festival è affidata a Khers Nist, “Gli orsi non esistono”, del regista iraniano Jafar Panahi, Premio speciale della giuria all’ultima Mostra internazionale di Cinema di Venezia (ore 20.30, prima Svizzera italiana, precede la proiezione il saluto delle Autorità). Il film, ultimato poco prima dell’arresto del regista in Iran, ritrae la vicenda di due storie d’amore, osteggiate dalla superstizione e dai meccanismi di potere, ed ambientate in atmosfere di reclusione e privazione tristemente note agli artisti e intellettuali iraniani, così come alla gente comune.

 

Giovedì 20 ottobre

La seconda giornata si apre nuovamente con due proiezioni per le scuole al Cinema Corso: The Case di Nina Guseva (ore 09.30, prima Svizzera, in collaborazione con Amnesty International), documentario sul sistema giudiziario russo ambientato a Mosca nell’estate 2019 tra le proteste dell’opposizione; L’Étincelle di Valeria Mazzucchi e Antoine Harari (ore 13.30, prima Svizzera italiana), documentario che racconta della ZAD – Zone à Défendre di Notre-Dames-des-Landes -, che riunisce una moltitudine di persone che vogliono sperimentare uno stile di vita alternativo. Le proiezioni saranno seguite dai dibattiti: In un paese non libero. Il coraggio di manifestare per la libertà, il dovere di impegnarsi per i diritti umani Non stiamo difendendo la natura, noi siamo la natura che si difende. 

Il programma prosegue con la replica di Yuni (ore 15.30, Cinema Iride) e la proiezione di Europa di Haider Rashid (ore 17.30, Cinema Corso, in collaborazione con Amnesty International), sulla strenua lotta di un giovane iracheno che, al confine tra Bulgaria e Turchia, tenta di superare il confine ed entrare in Europa. A seguire l’approfondimento Fortezza Europa: la deriva dei Diritti. Si terrà poi la replica di The Return: Life After ISIS (18.15, Cinema Iride) e la prima Svizzera di Mariupolis 2 di Mantas Kvedaravičius (ore 20.30, Cinema Corso). Kvedaravičius, allo scoppio del conflitto in Ucraina, decide di tornare nel Paese che ha già ripreso nel 2016 ma, durante gli scontri, viene ucciso. Segue l’incontro Sopravvivere e resistere alla violenza della guerra.

 

Venerdì 21 ottobre

La mattinata di venerdì prevede due proiezioni per le scuole, sempre al Cinema Corso, che saranno anche proposte al pubblico nel corso del festival in orario non scolastico: Je suis noires di Juliana Fanjul e Rachel M’Bon (ore 09.30, prima Svizzera italiana – in collaborazione con il Programma d’Integrazione Cantonale e il Centro di Prevenzione delle Discriminazioni), documentario che mostra la lotta di alcune donne svizzere afrodiscendenti contro il razzismo strutturale del loro Paese; Myanmar Diaries di Myanmar Film Collective (ore 13.30, prima Svizzera) miglior documentario alla Berlinale 2022, un’opera urgente, costruita da cortometraggi realizzati da dieci giovani registi anonimi birmani che mostra le tormentate vicende del Myanmar. Entrambe le proiezioni saranno seguite da un dibattito: Mettere fine al razzismo sistemico e Ribellioni alla crudeltà corrotta dei generali birmani.

Segue la replica per il pubblico di Je suis noires (ore 15.30, Cinema Iride) e la proiezione di Mariupolis 1 di Mantas Kvedaravičius (ore 17.30, Cinema Corso), in cui si racconta la città ucraina di Mariupol alla vigilia della guerra, tema che sarà approfondito in La poesia come testimonianza, resistere alla paura. Il festival propone poi Instructions for survival di Yana Ugrekhelidze (ore 18.15, Cinema Iride, prima Svizzera italiana), sulla tormentata vicenda di una persona transgender che vive in clandestinità e si trova, insieme alla moglie, alle prese con la complessa gestione di una maternità surrogata; oggetto anche del dibattito Il diritto all’identità. La giornata si conclude con la proiezione Eskape di Neary Adeline Hay (ore 20.30, Cinema Corso, prima Svizzera), e con un incontro con la regista franco-cambogiana vincitrice del Premio Diritti Umani per l’Autore 2022. Nella pellicola ripercorre le tracce della propria storia, in un cammino di migrazione che la conduce nella giungla cambogiana, nei campi profughi in Indonesia e in Thailandia e nei centri per i richiedenti asilo in Francia.

 

Sabato 22 ottobre

Per l’anniversario dei 30 anni del Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive (CISA) con sede a Locarno si terrà l’evento 1992 – 2022. Giovani cineasti a confronto con i diritti umani (ore 11.00, Cinema Corso), con la proiezione di cortometraggi realizzati in questi anni dagli studenti della scuola: Sabbia sotto la neve di Emilio Romeo; Olocausti di D. Liardet, M. Verda, G. Pettenò, M. Voisin; A bassa voce di Matilde Casari e Alessandro Perillo. Segue Gli studenti di cinema dell’AKS e del CISA si incontrano (ore 14.00, Cinema Corso), progetto che porterà alla realizzazione nei campi rifugiati di un film di diploma di uno studente del CISA e vedrà la presenza di studenti della scuola saharawi in Ticino. Nel corso dell’incontro verranno proiettati Toufa di Brahim Chagaf, Searching for Tirfas di Lafdal Mohamed Salem e Lmzun, The promise of rain di Saharawi Voice. A seguire l’approfondimento Il diritto fondamentale all’autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale.

Sarà poi la volta di Angkar di Neary Adeline Hay (ore 15.30, Cinema Iride), in cui la regista segue il padre nel suo personale viaggio attraverso il tempo, che lo porta ad incontrare i suoi persecutori Khmer Rossi. Segue l’approfondimento con la regista La Cambogia, tra memoria e riappacificazione. La giornata continua con due proiezioni al Cinema Corso: la replica di Myanmar Diaries (ore 17.30) e la prima Svizzera di El Arena di Jay B. Jammal (ore 20.30), un’incursione nel mondo underground dei rapper in Medio Oriente, sullo sfondo dell’attuale degrado del Libano. Entrambe le proiezioni saranno seguite da un incontro: Myanmar – quale speranza per la democrazia? e Ritmo e poesia oltre la nera cortina.

 

Domenica 23 ottobre

Tutte le proiezioni della giornata conclusiva si svolgeranno presso il Cinema Corso. Si inizia con Utama di Alejandro Loayza Grisi (ore 11.00, prima Svizzera italiana, in collaborazione con Sacrificio Quaresimale), che ritrae il dilemma di un’anziana coppia che vive da sempre in un piccolo villaggio negli altipiani della Bolivia e che dovrà decidere se resistere o arrendersi ai cambiamenti dell’ambiente. A seguire l’approfondimento La nostra casa è in fiamme. Dopo l’evento dedicato alla consegna del Premio giornalistico Carla Agustoni (ore 14.00, in collaborazione con Aiuto Medico al Centro America), sarà possibile assistere a due proiezioni, entrambe prime della Svizzera italiana:  Little Palestine, Diary of a Siege di Abdallah Al-Khatib (ore 15.00), un crudele diario filmato, sulle sorti dei civili palestinesi in un quartiere-campo profughi della Città di Damasco, durante la guerra civile in Siria; Klondike di Maryna Er Gorbach (ore 17.30, in collaborazione con Medici Senza Frontiere), la storia di una famiglia ucraina che vive sul confine tra Ucraina e Russia durante l’inizio della guerra del Donbass nel luglio del 2014. A seguire l’approfondimento La guerra e la sua dolorosa penetrazione nella dimensione quotidiana. L’intensa edizione termina con la prima Svizzera di Alcarràs, Orso d’oro al Festival di Berlino 2022, di Carla Simón (ore 20.30, in collaborazione con Castellinaria). La pellicola è ambientata in una località rurale della Catalogna e racconta lo scontro di una famiglia, da generazioni dedita alla coltivazione di pesche, con le esigenze della contemporaneità.

Gli abbonamenti sono già in vendita su www.biglietteria.ch. I biglietti saranno disponibili da domani, venerdì 30 settembre. Si segnala infine che il 16 ottobre si terrà al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto la proiezione del documentario Andrej Tarkovskij. Il cinema come preghiera, e che dal 18 ottobre si aprirà a Villa Ciani la mostra Finestre sull’Altrove. 60 vedute per 60 rifugiati del fotografo Matteo Pericoli.

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