Cinema

Film Festival Diritti Umani Lugano, grande successo per l’ottava edizione

Cerimonia di consegna del Premio Diritti Umani all’Autore 2021 ad Alexander Nanau. Da sinistra Roberto Pomari, presidente del FFDUL, Monica Duca Widmer, Presidente del consiglio dell’USI, Antonio Prata, direttore del FFDUL, e il regista Alexander Nanau.

Si è conclusa con grande successo e gradimento l’ottava edizione del FFDUL – Film Festival Diritti Umani Lugano ospitata nei Cinema Corso e Iride. Giorni in cui la rassegna è stata arricchita da vari ospiti, molti dei quali internazionali, e con storie provenienti da tutto il mondo nei 29 film proposti (fra cui 7 prime svizzere) e una universale attenzione verso tutto ciò che crea discriminazione, anche nelle nostre città.

Un buon successo anche per la piattaforma streaming, utilizzata sperimentalmente per la prima volta in questa edizione a corollario della proposta in presenza, che diventerà uno degli strumenti dal prossimo FFDUL. Successo, inoltre, anche per le proiezioni riservate ai soli studenti (89 classi provenienti da tutto il Cantone Ticino, con una fascia di età fra i 16 e i 19) tornate dopo un anno di stop, con giovani particolarmente attenti e partecipi su temi attualissimi, e vicini alla vita dei ragazzi stessi e proposti dai film in rassegna.

Fra i vari film proposti, per il loro impatto sul pubblico, molti dei quali visti anche dagli studenti e/o fruibili anche in streaming, sicuramente ricordiamo: Coded Bias di Shalini Kantayya, documentario inserito nel Focus Diritti e tecnologia (curato dalla giornalista culturale Chiara Fanetti, una novità i focus tematici che diverranno un appuntamento fisso di FFDUL) che riflette su come l’intelligenza artificiale sia un campo estremamente condizionato da pregiudizi; Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbani, nominato agli Oscar e ai Golden Globe Awards, sui giorni terribili dell’occupazione di Srebrenica da parte dell’esercito serbo; The Translator di Rana Kazkaz e Anas Khalaf, vincitore dell’Audience Award Biografilm Larger Than Fiction 2021 sulla situazione siriana; Holy Highway di Gianluca Monnier e Andrée Julikà Tavares che opera una riflessione, ambientata in India ma universale, sull’insostenibile prezzo dello “sviluppo”; il poetico Taming the Garden di Salomé Jashi, film che ha ottenuto la Menzione speciale Cinéma du Réel 2021 e il Best Feature Film FICUNAM Messico 2021, storia di un collezionista di alberi, metafora, allo stesso tempo surreale e tangibile, della violenza dello sradicamento e dei rapporti privi di equilibrio tra uomo e natura.

Un pensiero particolare FFDUL lo manda a Gino Strada, cui il festival è stato dedicato, e a tutti coloro che come lui si impegnano attivamente, e completamente, per la salute (non solo fisica) e la dignità delle persone nei territori di guerra. Tema affrontato in particolar modo in occasione del dibattito successivo alla visione di The Cave di Feras Fayyad.

 

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