Storie di Musetta e altri gatti

Fotografie

Musetta piccola con lo zio

Musetta piccola con lo zio

Non capivano. Ma poi Giuseppina, la colf, un giorno arrivò con una fotografia che ritraeva Musetta da piccola con un altro gattino, maschio e un po’ più grande, nato una settimana prima dalla nonna di Musetta. Le due gatte, madre e figlia, avevano partorito a sette giorni di distanza. Esercitazione psicologica appresa con qualche corso universitario. Una settimana di differenza può essere determinante per i piccoli felini. Al centro dell’immagine c’era una poltrona, in mezzo alla poltrona era accovacciato il maschietto, come un piccolo re. Mentre la gattina era rannicchiata su un bracciolo, sembrava intimidita. Si può immaginare, farsi un film da questa istantanea? Un maschietto prepotente e arrogante, più grande, più forte, dominatore, che la vinceva sempre nelle battaglie e nelle conquiste? E lei che cercava di difendersi? Quella fotografia andò dispersa, chissà dove. Ma ce n’è un’altra e anche qui, la piccola e composta Musetta sembra osservare lo “zio”, diciamo, più grandicello, con una certa distanza quasi intimorita…

Quando finalmente fu sola in un territorio privo di rivali a quattro zampe, si può pensare che tutta l’aggressività coltivata e fino allora sconfitta potesse esplodere e anche il desiderio di essere lei a decidere d’ora in poi su ogni cosa, anche per gli umani.

Un giorno le vollero portare un amichetto come compagnia: la reazione fu eloquente, sapeva farsi capire in ogni modo, l’accoglienza non lasciava dubbi. Gli soffiò, gli ringhiò, ma non lo aggredì, piuttosto andò a mettersi in spontaneo castigo, dietro un’anfora del balcone con il dorso rivolto verso l’intruso, più chiaro di così… E ogni suo simile che dal balcone vedeva passare di sotto, riceveva lo stesso saluto, ringhio e soffio: non lo riconosceva come appartenente alla sua razza. Lei era proprio convinta di non avere niente a che fare con quegli altri felini. Forse ormai si era identificata con gli umani che comandava a bacchetta, con quel suo dolce e lirico nome, con quel musetto, che non le corrispondevano. Orgogliosa trionfatrice.

Manuela Camponovo

(19. Continua)

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