Commento

Hayek: mercato e conoscenza verso una società libera

La filosofia di Friedrich von Hayek emerge come una delle elaborazioni teoriche più sofisticate e penetranti del ventesimo secolo perché offre una visione alternativa ai modelli tanto in voga di pianificazione centralizzata che hanno dominato il dibattito politico ed economico del Novecento. L’architettura concettuale hayekiana si fonda su una serie di intuizioni che ridefiniscono il rapporto tra individuo e società, tra libertà e ordine, tra conoscenza e potere. In sostanza, nessun individuo o istituzione può possedere tutta la conoscenza necessaria per dirigere la società. E questa limitazione epistemologica rappresenta il punto di partenza per una critica dei sistemi di controllo centralizzato. La conoscenza umana è frammentata e dispersa. È incorporata nelle esperienze personali, nelle competenze locali, nelle intuizioni che nascono dal contatto con la realtà – imprevedibili dal piano. Tale dispersione non è una da correggere attraverso la centralizzazione, ma è una caratteristica strutturale della condizione umana.

La conoscenza più preziosa è quella dispersa tra le mani di ogni singolo. E solo una società libera può metterla a frutto attraverso meccanismi di coordinamento spontaneo che permettono l’integrazione di informazioni altrimenti isolate. Il mercato emerge in questa prospettiva come la rete invisibile che coordina conoscenze e volontà diverse. E funziona come un sistema di elaborazione di informazioni di una sofisticazione che nessuna intelligenza o struttura centralizzata potrebbe mai raggiungere. In questo senso, adattando il concetto al tempo, per quanto sofisticata sia una forma di Intelligenza Artificiale, non potrà raggiungere il grado di decisione attorno alle preferenze individuali e i motivi della scelta. Secondo Hayek, il mercato è un sistema di segnali che permette a milioni di persone di coordinare le proprie azioni senza necessità di comunicazione diretta o di pianificazione, trasformando le decisioni individuali in risultati collettivi attraverso il meccanismo dei prezzi e degli scambi volontari.

La genialità del mercato aperto risiede nella sua capacità di processare informazioni che nessun pianificatore potrebbe gestire, incorporando automaticamente le preferenze, le scarsità, le opportunità e le innovazioni di tutti i partecipanti. Per ora, non esiste sistema migliore del mercato per tradurre conoscenza locale in azione efficace. E questa superiorità non deriva da una preferenza ideologica, quanto dalla superiorità nella gestione del coordinamento non pianificato delle azioni individuali. La pianificazione centrale, di converso, soffoca la libertà e l’innovazione perché pretende di sostituire la diversità delle soluzioni individuali con l’uniformità delle decisioni burocratiche. Il controllo centralizzato è l’antitesi della creatività sociale perché concentra in un unico centro informazioni che per loro natura sono distribuite, contestuali e spesso tacite. La pianificazione statale spesso significa centralizzazione del potere, non efficiente, perché ignora la ricchezza derivante dalla diversità delle esperienze individuali.

In concreto, l’intervento statale prolunga spesso l’inefficienza che vorrebbe correggere, creando distorsioni e rigidità che ostacolano i processi naturali di adattamento e correzione. Il potere concentrato corrompe perché si allontana dalla realtà concreta, perdendo il contatto con le informazioni locali e le esigenze specifiche che solo gli attori sul campo possono conoscere. Il potere concentrato è la minaccia più grave per la società libera perché tende a perpetuare se stesso, resistendo ai feedback correttivi e all’auto-correzione degli errori. La competizione emerge in questo quadro come la scuola della responsabilità individuale e della creatività, molto più di un semplice meccanismo di selezione tra alternative preesistenti. La libera competizione è un processo di scoperta e miglioramento. Un ambiente in cui gli individui sono spinti a innovare, adattarsi e migliorare. Hayek sostiene che la competizione è il motore della scoperta e dell’innovazione perché crea incentivi per l’esplorazione di nuove possibilità e opzioni.

L’innovazione nasce dalla libertà di sperimentare, non dalla pianificazione. Quando gli individui sono liberi di trovare e provare nuove soluzioni, ma anche di fallire ed imparare dai propri errori, emerge via via un processo di apprendimento collettivo che nessun sistema di controllo centrale potrebbe replicare. Il vero progresso nasce quando si permette agli individui di sperimentare liberamente, creando una sorta di ecosistema di innovazione che si auto-perfeziona. La proprietà privata è la base della responsabilità personale e della prosperità, rappresentando il nodo attraverso cui passa la responsabilità individuale. Ed è il modo più concreto per responsabilizzare l’individuo, creando un legame tra decisioni prese e conseguenze subite. Quando gli individui possiedono e controllano direttamente le risorse, hanno incentivi per utilizzarle in modo efficiente e per preservarne il valore. La proprietà privata è il modo più efficace per responsabilizzare l’individuo perché crea una connessione diretta tra azioni intraprese e risultati ottenuti.

Hayek riprende la teoria liberale classica e la riformula. La libertà economica è la radice di ogni libertà politica, la base materiale dell’autonomia individuale. Senza la possibilità di disporre liberamente delle proprie risorse e di partecipare volontariamente agli scambi, ogni altra forma di libertà resta vulnerabile o, peggio, insensata. La libertà economica è il diritto di fare errori e imparare da essi. L’essere umano è fallibile e in continua necessità di sperimentazione e apprendimento. Certo: la libertà richiede il coraggio di affrontare le conseguenze delle proprie scelte. In un sistema aperto, gli errori individuali non vengono eliminati attraverso il controllo centralizzato, ma trasformati in opportunità di apprendimento che potenzialmente beneficiano l’intera società. La libertà di sbagliare è complementare alla libertà di innovare. Insieme sono il motore del progresso. La libertà individuale è indispensabile per la creatività e l’emergere di soluzioni innovative.

Quanto alla prosperità, essa nasce dalla cooperazione volontaria, non dall’imposizione. E può emergere solo quando gli individui sono liberi di scegliere i propri partner commerciali o strategie economiche. Il mercato è la manifestazione più efficace della cooperazione umana perché permette che miliardi di individui coordinino le proprie azioni senza la necessità di un’autorità centrale che imponga tale coordinamento. La libertà è in effetti la condizione perché l’ordine emerga senza che nessuno lo imponga. L’ordine spontaneo, come lo chiama Hayek, rappresenta una delle scoperte più importanti della teoria sociale moderna. Si tratta del risultato di milioni di “piccoli ordini” individuali, la prova che la società può autoregolarsi senza grossi controlli coercitivi. Quindi, la conoscenza – necessariamente parziale – di ciascuno contribuisce al benessere generale attraverso meccanismi di coordinamento spontaneo. Nessun sistema di controllo centrale può sostituire la saggezza collettiva che emerge dalla libera interazione di individui informati e motivati.

La decentralizzazione è la chiave per mettere a frutto la conoscenza dispersa, secondo Hayek. E rappresenta l’antitesi della concentrazione del potere che caratterizza i sistemi autoritari e coercitivi. Attraverso la decentralizzazione, le decisioni vengono prese da chi ha accesso diretto alle informazioni rilevanti, permettendo maggiore efficienza e responsabilizzazione. L’intervento statale, se eccessivo, soffoca la capacità di adattamento della società, impedendo i naturali processi di auto-correzione. La società ha bisogno della flessibilità per adattarsi alle circostanze mutevoli. Il mercato offre questo spazio di manovra. Ma questa flessibilità può essere preservata solo attraverso la limitazione dell’intervento statale. Il mercato unisce in modo armonico la conoscenza dispersa, elabora le informazioni che scaturiscono dalle reazioni individuali ai prezzi da parte degli attori economici, adattandosi una conoscenza specifica e le proprie competenze ed esigenze particolari. In questo senso, il benessere è frutto della spontaneità.

Amedeo Gasparini

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