Commento

Het Kunstuur a Roeselare, un secolo di arte belga

La mostra Het Kunstuur a Roeselare, nelle Fiandre, offre uno sguardo su alcuni capolavori degli artisti belgi dal 1850 al 1950. L’esibizione propone, in un secolo di storia, di capire i mutamenti sociali, politici, storici, ma anche sociali e paesaggistici del luogo. Allestita in una chiesa sconsacrata – una buona idea per far rivere un patrimonio altrimenti perduto o in disuso – la mostra offre la possibilità di immergersi in cento anni di pittura ed arte (tutte diverse tra loro per stile e tratto pittorico), accompagnati dai racconti di narratori – personaggi fiamminghi famosi e non – proiettati sulle pareti e che evocano il legame che li unisce all’opera o all’artista, ma anche il luogo. Un’interazione diretta con il quadro in questione, al quale sono dedicati una manciata di minuti. Le opere della Het Kunstuur sono immerse nel buio di una camera oscura nella chiesa, divisa in tre segmenti.

Prepararsi, dunque, per un tour lungo circa un’ora, accompagnati dalle spiegazioni interattive di tutte le opere. Il primo lavoro mostra un allevatore con il suo maiale in braccio: la vita di campagna e dei contadini. Poi si passa ad una visione su un paesaggio estivo e uno invernale, in cui la luce fioca è il maggior fulcro di attenzione del dipinto. Dunque, le vicissitudini di una famiglia ebraica e le vicende amorose di una giovane coppia secondo il simbolismo della mela al centro. Non mancano le arti circense locali, illustrate in una tela colorata con colori caldi dal rosso al viola, dall’arancione al giallo. Un contrasto evidente con un’altra opera: un piccolo villaggio fiammingo durante la Seconda guerra mondiale su sfondo scuro. Si nota nell’angolo un uomo che fa pipì contro un muro – un segno di protesta che veniva ripreso anche dagli artisti fiamminghi del XVI secolo.

Un giro anche per una casa di cura, con la raffigurazione inquietante di un cieco che cerca di nutrirsi. Dunque, un quadro surrealista che apparteneva a una famiglia locale e che poi è stata donata al museo – illustra campane e chiese. Un quadro simil-impressionista mostra un suonatore di fisarmonica sulla Schelda, il fiume più importante della regione. Ha lo sguardo disperato e si mette in controluce rispetto all’opera. L’invenzione dei raggi X è rappresentata in un quadro che offre praticamente tutto lo spettro dei colori vivi della tavola cromatica. Con un medico grasso che cerca di fare esperimenti su una bambina. Uno dei quadri più impressionanti e la pietà che raffigura una madre con in braccio un figlio morto nelle miniere in cui gli immigrati venivano a lavorare negli anni Cinquanta. Si fa riferimento alle terribili condizioni di lavoro dei migranti del tempo. Una storia sempre sotto processo in Belgio.

Un lavoro profondamente in antitesi con la tavola imbandita di mele e di altri frutti in una sorta di giardino d’inverno tutto azzurro. Un anziano viandante triste che guarda nel vuoto e un soldato di fine Ottocento che lascia la famiglia per andare in guerra. Campi e città si alternano nel terzo spazio nella chiesa, mentre i colori caldi e quelli scuri si alternano in quadri a tematica religiosa, per poi passare di nuovo alle campagne, agli inverni, al mare. Nell’ultima parte della mostra si lascia spazio ad alcune opere in stile puntinista. La mostra “Het Kunstuur” a Roeselare è gemellata con altre esposizioni analoghe a Hasselt (nella parte orientale del paese) e a Mechelen (ad una ventina di minuti di treno da Bruxelles). Il principio è sempre lo stesso: rivisitare l’arte belga nella sua più semplice – ma autentica – quotidianità.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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