Cultura

«I giovani sono i grandi protagonisti di questo Summit»

C’era una volta all’USI- Università della Svizzera italiana, l’Istituto studi mediterranei creato dal prof. Vittorio Dan Segre nel 1997. Oggi c’è The Middle East Freethinking Platform (MEM), una piattaforma voluta dal rettore dell’Università Boas Erez e diretta dal prof. Gilles Kepel che ne raccoglie l’importante eredità proiettandola nei complessi scenari geopolitici di oggi. Orientalista e accademico francese, specializzato negli studi sul Medio Oriente contemporaneo e sulle comunità musulmane in Occidente, Gilles Kepel riconosce quanto visto da Segre alcuni anni or sono e cioè «il valore strategico, la posizione privilegiata di Lugano quale luogo neutrale di incontro, di scambio e di dialogo a cavallo tra il nord Europa e il Mediterraneo». Mai come ora una piattaforma di libero pensiero, di conoscenza e di nuove narrazioni che non mettano a tema soltanto i conflitti, le tensioni, gli interessi contrastanti, le sfide climatiche e le migrazioni forzate ma raccontino, con uno sguardo più attento, storie di innovazioni tecnologiche, di memoria, di nuovi modelli di cittadinanza, sembrava necessaria.

E se tutto questo è sulla carta, la prima iniziativa che, concretamente, proietta la piattaforma nella società luganese ma anche svizzera e oltre confine è il Middle East Mediterranean Summer Summit 2018, organizzato dall’Università della svizzera italiana (USI) con il sostegno congiunto del Dipartimento federale degli affari esteri della Confederazione Svizzera e del Ministero dell’Europa e degli Affari esteri francese, che vedrà protagonisti 150 giovani di oltre 30 Paesi della regione del Medio Oriente Mediterraneo e dell’Europa. «I giovani sono i grandi protagonisti di questo Summit», dice il prof. Kepel, che si svolge a due velocità: un seminario rivolto ai giovani fautori di cambiamento della regione che è già in corso (16-24 agosto) e un forum che questo weekend al Palazzo dei Congressi di Lugano vedrà la partecipazione di personalità di spicco del mondo politico, economico e culturale confrontarsi con i partecipanti al seminario sui temi di maggiore attualità (25-26 agosto). «Gli incontri con questi giovani provenienti da 30 paesi diversi sono straordinari, gran parte di loro non sono mai stati in Europa e non hanno mai incontrato altre persone della regione. Ci sono arabi che incontrano israeliani, iraniani che parlano con sauditi, curdi che parlano con i turchi. Ci sono alcune piccole tensioni ma noi siamo un luogo neutrale, di libero pensiero e di conoscenza  e ci confrontiamo secondo un codice di condotta e di rispetto. Siamo riusciti a creare un ambiente intellettualmente vivace e straordinario grazie alla partecipazione di questi giovani imprenditori, giornalisti, veterinari, artisti, blogger, medici, studenti che vivono insieme per una decina di giorni». Giovani invitati al confronto e al dialogo per creare nuove modalità di approccio e di innovazione per affrontare i problemi che interessano il Medio Oriente e il Mediterraneo «lavorano in gruppo per creare un’agenda, un elenco di domande e di questioni da sottoporre alle grandi personalità politiche ed economiche che saranno presenti al Forum il 25 e il 26 agosto». Tra le altre ci saranno Cassis Philippe Etienne, consulente del Presidente francese Emmanuel Macron, il Ministro svizzero degli affari esteri Ignazio Cassis, Amiral Kamel Akrout, consulente per la sicurezza nazionale del Presidente della Tunisia, Vitaly Naumkin, direttore dell’Istituto Russo di scienze orientali e consulente del Presidente Vladimir Putin, Pascale Baeriswyl, Segretaria di Stato e direttrice del Dipartimento federale degli affari esteri svizzero e il vice-direttore generale alla Cultura dell’UNESCO Ernesto Ottone Ramírez.

Tornando ai giovani, il prof. Kepel ci tiene a sottolineare ancora una volta l’opportunità di incontro straordinaria data da questo Summit «il loro entusiasmo è incredibile, qui a Lugano e in questa Università sentono un clima di fiducia che li induce a parlare tra loro e a dialogare come non sono abituati a fare altrimenti. La Svizzera grazie alla sua neutralità e alla sua posizione geografica è un luogo ideale di incontro, di conoscenza e di scambio tra culture, non potrebbe avvenire lo stesso in Germania, Francia o in Italia».

I giovani dunque e tante personalità prestigiose sono i protagonisti di questo vertice estivo ma quali saranno i temi? «Tanti e diversi ma possiamo riconoscere tre filoni principali: la geopolitica e le nuove configurazioni, si parlerà dei cambiamenti della regione dopo la caduta di Daesh e dell’Isis, il problema del petrolio, il futuro delle relazioni israelo-palestinesi, la ricostruzione della Siria. Parleremo di economia e di governance e del problema dell’acqua, questione sulla quale la Svizzera ha una grande esperienza e, infine, di nuove narrazioni, ovvero come ripensare il futuro dell’altro nella regione partendo dall’odio jihadista per tutti i cristiani e gli infedeli o anche il nostro problema della xenofobia se solo pensiamo all’ascesa del populismo in Austria, Italia e Germania a seguito delle migrazioni di massa».

Qui trovate il programma completo, per saperne di più vi consigliamo di consultare qui il sito dell’USI (www.mem-summersummit.ch).

 

                                                                                                                                                                                                                                        Natascha Fioretti

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