Cultura

I numeri della cultura in Svizzera tra crowdfunding e videogiochi

Il libro più venduto del 2017 nella Svizzera tedesca è il romanzo di Martin Suter Elefant, nel frattempo uscito anche in italiano per Sellerio con il titolo Creature luminose. L’album più venduto nella Svizzera francese e nella Svizzera italiana è Silver dei Gotthard mentre il teatro più frequentato è l’Opernhaus di Zurigo (241.000 spettatori) e i musei che collezionano più visitatori sono quelli d’arte ma anche i musei di archeologia, di storia e di etnografia. È quanto si evince dalla quinta edizione del volumetto Statistica tascabile della cultura in Svizzera ad opera dell’Ufficio federale della cultura (UFC) e dell’Ufficio federale di statistica (UST) consultabile online o nella versione cartacea.

Rispetto al primo, che uscì nel 2014, la cultura nel nostro Paese sembra continuare a godere di ottima salute sia per quanto riguarda chi investe, chi in questo settore ci lavora, sia per chi fruisce di offerte e contenuti. Naturalmente, negli anni, qualche cambiamento e qualche variazione ci sono stati, come pure delle novità importanti volte a sottolineare il cambiamento in atto nei consumi e nei comportamenti di una società che  continua a riconoscere nella cultura un valore aggiunto e un patrimonio importante. A proposito di novità, iniziamo dal crowdfunding che, stando allo studio, negli ultimi anni ha visto un forte sviluppo come forma di finanziamento per i progetti di diversi ambiti. Entrando nel merito della questione in Svizzera, nel 2017, le campagne di crowdfunding hanno permesso di raccogliere ben 374, 5 milioni di franchi contro i 3,1 milioni del 2011. Un salto enorme che conferma la crescita del fenomeno, ma quali sono gli ambiti che più hanno beneficiato di questa risorsa? Lo studio li suddivide in tre principali categorie: “Media, libri, letteratura” (circa 4,1 mio. fr.), “tecnologia, business, start-up” (la cui componente culturale è stata pari a circa 2 mio. fr.) e “musica, concerti, festival” (circa 1,8 mio. fr.). Per continuare a snocciolare qualche numero e dare le dimensioni del fenomeno, il crowdfunding nel 2017 ha permesso di finanziare 800 progetti nel campo dell’industria culturale e creativa, di cui 241 attinenti a musica, concerti e festival. Interessante notare come molti progetti culturali vengano lanciati e sostenuti nelle regioni urbane: vale dunque in qualche modo un discorso di prossimità e di fiducia che consente di raggiungere gli obiettivi preposti sommando singoli importi, anche di modesta entità.

(Foto TI-press Martial Trezzini).

Campagne di crowdfunding sono molto utilizzate anche nel settore ludico dei videogiochi, considerati oggi il primo prodotto interamente digitale nonché un bene culturale  in grado di veicolare esperienze e diffondere contenuti al pari della produzione letteraria o cinematografica. Stando allo studio, quello dei videogiochi è un segmento importante dell’economia svizzera sia in termini di addetti ai lavori, sia per fatturato e volumi finanziari generati proprio grazie a campagne di raccolta fondi. Ad essere attive nel settore sono una dozzina di medie imprese e oltre un centinaio di piccole strutture principalmente situate nel Canton Zurigo e nell’Arco lemanico che, complessivamente, nel 2016 hanno dato lavoro a circa 500 persone e generato una cifra d’affari globale annuale di 50 milioni di franchi. Siete sorpresi? Lo sarete ancora di più leggendo lo studio nel punto in cui definisce i videogiochi “importanti promotori dell’innovazione digitale e tecnologica in Svizzera perché apportano un grande sviluppo ai media digitali e alla tecnologia dell’interazione. I creatori svizzeri sono pionieri internazionali nella combinazione di esperienza interattiva e innovazione tecnologica, specialmente negli ambiti della Virtual Reality, Augmented Reality e Mixed Reality”.

Non è tutto: in Svizzera ci sarebbero 1,5 milioni di giocatori attivi che hanno in media 30 anni e dedicano dalle cinque alle sei ore al giorno a questa attività. Inoltre, stando alle cifre fornite da PricewaterhouseCoopers, il prodotto delle vendite dei  videogiochi nel 2018 dovrebbe raggiungere i 485 milioni di franchi mentre il videogioco che sta avendo maggiore successo è  il simulatore agricolo farming-simulator.com dell’azienda Giants Software. È l’innovazione baby!

E se i videogiochi vanno forte, la nota dolente – e non sorprende – che arriva dallo studio è quella della stampa, che continua a essere in caduta libera sia per quanto riguarda il numero di testate sia per quanto riguarda la tiratura giornaliera e complessiva. Manca, a dispetto della prime due edizioni, 2014 e 2015, il grafico che fotografa la frequenza di utilizzo dei media stampati e audiovisivi ,e ciò sorprende, perché dovrebbero invece essere dei dati fondamentali per uno studio che nell’era dei big data e delle fake news, informazioni e statistiche alla mano, dice di voler fotografare, la situazione vigente per prendere decisioni e per definire l’orientamento futuro“.

Per il resto, come dicevamo in apertura, seppur con qualche differenza, il quadro in generale riconferma trend e numeri positivi degli anni scorsi, in particolare per quanto riguarda chi in Svizzera investe nella cultura. Facendo un confronto con la prima edizione, vediamo che nel 2011 i poteri pubblici hanno investito nella cultura 2,59 miliardi, le economie domestiche in media 254 franchi al mese ognuna mentre il 93% della popolazione svizzera ha visitato  almeno un’istituzione culturale; lo studio attuale, riferito al 2015, ci racconta invece che la spesa istituzionale per la cultura è salita a 2,88 miliardi, la spesa media di un’economia domestica a 356 franchi mensili mentre oltre il 70% della popolazione svizzera ha visitato un museo, un concerto o un monumento. Quest’ultimo dato mostra una flessione al ribasso che ci viene riconfermata dalle visite museali: se nel 2013 i musei registravano complessivamente oltre 20 milioni di visite, nel 2016 vediamo che le visite complessive arrivano solo a poco più di 13 milioni. Un lieve calo si registra anche nell’offerta e nelle visite a teatro: se, infatti, nella stagione 2012-2013 in cartellone c’erano circa 7200 spettacoli per 1,6 milioni di biglietti venduti, nella stagione 2016-2017 si parla di 5700 spettacoli e di 1,5 milioni di spettatori.

Non tutto è perfetto, ma le statistiche riconfermano la Svizzera come un Paese che investe e crede nella cultura, una cultura che cambia ed evolve nelle sue tante facce, magari spostando preferenze ed abitudini di consumo, ma senza mai smettere di appassionare.

Natascha Fioretti

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