Commento

Il giovane Andrea Camilleri “notizia” la famiglia da Roma

È uscito postumo Vi scriverò ancora (Sellerio editore) la raccolta di lettere alla famiglia di Andrea Camilleri. Dal 1949 al 1960 il padre del commissario Montalbano spedisce da Roma ai genitori Carmelina Fragapane e Giuseppe Camilleri decine di lettere. Il giovane ha lasciato Porto Empedocle ed è stato ammesso con borsa di studio all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica sotto Silvio d’Amico e Orazio Costa. Invia regolarmente lettere che definisce rendiconti alla famiglia a frequenza fittissima. Il volume si potrebbe definire come una sorta di diario, una registrazione giornaliera di ripetizioni e monotonia. Interessante il verbo, tutto suo, che Camilleri usa per informare i genitori: notiziare. “Bollettino feriale”, “giornale di trincea”, secondo l’introduzione di Salvatore Silvano Nigro al volume. Nella fossa romana l’intrepido Camilleri cerca di fare la propria strada armato di energia e l’ossessione nel teatro.

Maratoneta del lavoro, in effetti, si ravvisa un tono quasi teatrale soprattutto nelle primissime lettere che poi stabilizzeranno il Camilleri maturo delle ultime in questa raccolta. Una sorta di “zibaldino” di racconti brevi e minimi. Ma sempre dal tono leggermente umoristico. Il giovane studente è povero e affannato. Decide di fare il poeta, poi l’aiuto regista, poi il regista, fino ad approdare all’Enciclopedia dello spettacolo. Dalle lettere emerge come le sue prime regie teatrali vengano recensite con entusiasmo e Camilleri manda la famiglia i ritagli di giornale. Per altro, è il primo in Italia a scoprire Jean Genet, scrittore raffinato soddisfatto delle sue traduzioni e che poi l’ha introdotto a Jean-Paul Sartre. Le lettere sono affiorate nei ripostigli della famiglia nel 2022. Riscoperte dalle figlie ed elaborate, la prima lettera viene da Ostia ed è del 3 novembre 1949.

Annuncia già le sue intenzioni: la prima lettera presenta la parola rendiconto e discreto viaggio. La borsa di studio era di 20mila Lire mensili, sufficienti da conferire al giovane un forte entusiasmo. Ogni lettera è introdotta da un “carissimi”; poi si passa direttamente al “mamma carissima”, la prima e vera interlocutrice del Nostro, spesso adirato perché i genitori ritardano ad informarlo via lettera – «scrivetemi spessissimo», ordina a più riprese. «Lo studio è veramente massacrante», scrisse nel novembre 1949. «Orazio Costa è uno degli uomini più intelligenti, preparati sensibili che abbia mai conosciuto». Non mancano aggiornamenti sullo stato di salute – «fisicamente sto bene e finanziariamente non altrettanto: però non trascuro di mangiar bene». Critica la società italiana – «la solita stupida mentalità piccoloborghese dello stipendio fisso». «Tutti, in Italia, attendono i tempi migliori. Che risate, quando si accorgeranno che questi non verranno mai»

Talvolta nelle lettere compaiono anche i disegni della stanza che Camilleri cambia continuamente, così come l’ammontare della borsa di studio di cui 2mila Lire se le «fotte lo stato». Non manca mai la speranza: «Il mio pesante lavoro di oggi torna tutto a favore della mia carriera futura», scrive sicuro di sé stesso. «Vedete, ho un domani incerto, un’ambizione abbastanza grande ma non soddisfatta, soffro un poco della solitudine che mi circonda, ho un’enorme bisogno di un affetto di donna». Rarissime le uscite da Roma: a Firenze, San Miniato, Brindisi, Bari, Lecce, Sulmona per sfuggire dall’accademia – «le porcherie che li combinano là dentro sono tali da non meritare alcun rispetto». Orgoglioso delle sue poesie – Salvatore Quasimodo ne legge qualcuna per radio – afferma che «il poeta è l’uomo più chiuso in sé che ci sia, mentre l’uomo di teatro e di cinema è la puttana più pubblica che ci sia».

Non tardano ad arrivare anche le prime soddisfazioni teatrali e la collaborazione con Pier Luigi Pizzi. Discute del “Pellicano” di August Strindberg e “La vita è un sogno” di Pedro Calderón de la Barca. Dunque, “Il fantasma di Marsiglia” di Jean Cocteau, “La miliardaria” di George Bernard Shaw e “Le sedie” di Eugène Ionesco. «La mia ambizione non è cieca, è molto intelligente e abbastanza calcolatrice […]. Attendo solo l’occasione propizia per farmi ben volere da tutti nell’ambiente del cinema». «Faccio conoscenze solo che mi possono servire e non vedo, di proposito, nessun altro. Non voglio essere distratto da nulla, voglio soltanto sfondare ed arrivare». E piano piano arriva, Andrea Camilleri. Incontri con Alberto Moravia, Cesare Zavattini, Alfonso Gatto, Giorgio Zampa, Paolo Grassi. Ma la notizia più importante per i genitori è quella dell’incontro di una ragazza che poi diventerà sua moglie, Rosetta Dello Siesto.

Amedeo Gasparini

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