Arti figurative

Il “silenzio metafisico” di Giorgio De Chirico a Oltrona di Gavirate (Varese)

Fino all’8 settembre 2019 sarà possibile visitare la mostra Giorgio De Chirico silenzio metafisico all’Historian Gallery di Oltrona al lago in via Tinella 3. Collocata in una posizione un po’ nascosta sulla strada provinciale che prosegue fino a Gavirate, la piccola galleria d’arte è in realtà un “gioiellino” culturale della Provincia varesina. Precedentemente era già stata lì esposta anche la mostra su Salvador Dalì (Il Genio di Dalì).

 

Giorgio De Chirico, “Il trovatore con la luna”.

Molto apprezzabile è la guida introduttiva, decisamente accurata, che viene regalata in omaggio col biglietto di ingresso. L’intento dietro al progetto della galleria è quello di portare l’arte in Provincia in modo che possano fruirne anche coloro che per tempistiche e altri motivi non possono recarsi nei musei dei grandi centri urbani: un’iniziativa sicuramente da considerare per chi ama l’arte.

In esposizione sessantaquattro tavole litografiche con i temi cari a De Chirico: miti greci, scene omeriche, trovatori, cavalli, maschere, manichini e piazze italiane. Il nome dell’esposizione è veramente adatto: entrando si viene introdotti in un’atmosfera silenziosa, interrotta solo dalla musica classica di sottofondo, perfetta per godersi la mostra in tranquillità e per quanto tempo lo si desidera.

Un altro punto a favore: si evitano le “resse” che spesso si incontrano nei musei delle grandi città. Si tratta di un’esperienza particolare, un’esposizione che ha il suo punto forte nel far entrare in contatto con l’arte litografica di indubbio valore estetico.

 

Giorgio De Chirico, “Ettore e Andromaca nell’Iliade”.

È la Grecia, luogo natio di De Chirico con le sue meravigliose suggestioni, a fornire lo spunto per molte delle opere in mostra. Si inizia con Gli Archeologi; il soggetto trae origine negli anni Venti del Novecento e rappresenta enormi rocce dalle fattezze umane che racchiudono i simboli della classicità, richiamo evidente al Paese ellenico.

A questo sono dedicate anche le incisioni a tematica omerica: per mio gusto, una menzione speciale merita la serie «Ettore e Andromaca», costituita dalla litografia omonima e da Ettore e Andromaca nell’IliadeLa prima scena rappresenta i due personaggi abbracciati: l’idea venne al pittore nel 1917 mentre era a Ferrara e assisteva ai commoventi saluti tra i militari, le loro mogli, fidanzate e madri. La litografia è parzialmente colorata.

Ancora di più ho apprezzato la seconda versione; i personaggi, in questo caso, sono più tratteggiati. Ettore indossa l’armatura e Andromaca oltre a fluenti ricci (un particolare che è già dell’Iliade: le donne della città di Troia sono infatti chiamate «bei ricci») ha la veste da donna aristocratica come si conviene al suo personaggio.

 

Giorgio De Chirico, “L’Italia del centenario”.

Molto particolare è anche Il guardiano delle Termopili. L’opera è ovviamente un ricordo della storica battaglia alle Termopili in cui l’esercito greco tentò di frenare l’avanzata dei Persiani. È l’ombra di un antico guerriero quella che De Chirico ci propone, che vigila su coloro che varcano il passo. Tra le molte tavole esposte trovano un loro peculiare spazio anche incisioni dal significato che resta “sospeso” come Il giardino segreto.

All’Italia il pittore sceglie di dedicare l’opera L’Italia del centenario in cui la ricorrenza per i cento anni dell’unità viene riletta in modo metafisico. Concludono poi la mostra venti litografieognuna firmata dall’autore, dedicate al tema dell’Apocalisse: un ultimo capolavoro in cui lo stile a tratti enigmatico di De Chirico si sposa idealmente con quello allegorico del testo giovanneo.

Francesca Rossetti

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