Teatro

Il TASI ricorda Vania Luraschi

Ciao Vania, anima gentile del TASI

Teatri Associati Scena Indipendente (TASI) piange la scomparsa di Vania Luraschi, co-fondatrice dell’associazione, pioniera e grande sostenitrice della scena indipendente della Svizzera italiana, in particolare del teatro per i giovani.

Nel lontano 1987, al tavolo del Palacongressi di Lugano, Gunda Dimitri, Vania Luraschi, Alda Crespi e Alberto Foletti gettarono le basi dell’associazione, con la volontà e la necessità di costruire qualcosa di grande, sviscerando punto per punto il programma dell’associazione. I progetti spaziavano dalla pianificazione degli spettacoli dei futuri membri associati, alla formazione per attori, tecnici e registi tramite seminari, dalla creazione di un circuito di corretta retribuzione, per arrivare, infine, ad una vera e sincera collaborazione con i primi undici gruppi teatrali professionisti, otto compagnie e due attori singoli: Teatro Antonin Artaud, Teatro Dimitri, Teatro La Maschera, Teatro Intimo Sunil, Teatro Pan, Teatro Paravento, Teatro delle Radici, Teatro Ingenuo, Alberto Foletti e Gardi Hutter.

Dopo 50 anni di carriera artistica, Vania ha ricevuto lo scorso 24 maggio il Gran Premio svizzero di teatro, il massimo riconoscimento elvetico nell’ambito teatrale.

Fondatrice del Teatro Pan, instancabile viaggiatrice, ha sempre girato il mondo a caccia di spettacoli che potessero sorprendere e incuriosire anche il pubblico più giovane, al quale ha dedicato gran parte della sua vita.

Insieme ad altri giovani artisti curiosi in giro per l’Europa, ha avuto l’idea di creare in Ticino una rassegna internazionale dedicata al teatro. Nacque così nel 1977 il Festival Internazionale del Teatro (FIT).

Creatrice della rassegna transfrontaliera “Senza Confini”, che da poco ha spento 25 candeline, e dal più recente “Maggiolino”, festival dedicato ai piccolissimi, è sempre stata convinta che il pubblico andasse sedotto e avvicinato alle arti sceniche fin dalla più tenera età, per poter diventare da grandi un pubblico consapevole.

Senza contare l’infaticabile attività svolta nelle scuole superiori del nostro Cantone, dove ha proposto per decenni i suoi corsi e un fitto calendario di spettacoli.

Molti artisti si sono ispirati alla sua umiltà, al rimboccarsi le maniche e non darsi per vinti, insegnando a non smettere mai di credere nei propri sogni che vanno realizzati con determinazione, entusiasmo, generosità e modestia.

Durante uno dei suoi viaggi in Tibet, sul tetto del mondo, ai piedi di un monastero, è andata in scena una delle esperienze più profonde e spirituali della sua vita. Sulle note di Bach, suonate dai violini di un gruppo di musicisti, una giovane ballava la danza dell’Euritmia. In quel momento, nel silenzio più assoluto e trasportata dalla melodia, lo sguardo di Vania scorse il formarsi di un arcobaleno rotondo, non un semplice arco comune, ma un vero e proprio cerchio di colori.

La spiritualità di quel luogo, così come la sensazione di elevarsi con la musica e con la mente, hanno portato Vania alla consapevolezza dell’esistenza di una dimensione che andava oltre la terra, un trasporto fisico e mentale che non l’aveva mai fatta sentire così vicina al cielo prima di quel momento. «Una sensazione molto strana che raramente ho provato nella mia vita». Questa consapevolezza, la serenità e il grande coraggio l’hanno accompagnata e sostenuta fino al termine del suo viaggio più importante, la vita.

Grazie indimenticabile Vania

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