Conferenza

La lezione del silenzio e della parola dello psicanalista Massimo Recalcati

Wor(l)ds Festival Lugano, Parco Ciani, 5 luglio 2019.

Non poteva esserci miglior debutto per il Wor(l)ds Festival che quello di inaugurare i suoi appuntamenti culturali, che animeranno la città di Lugano sino a metà luglio, con l’interessante lezione di Massimo Recalcati, noto psicanalista e accademico milanese. La lectio di Recalcati, svoltasi ieri sera nello splendido contesto del Parco Ciani, ha preso l’avvio proprio dal dualismo professionale dello stesso: quello dello psicanalista, portato all’ascolto del paziente, e quindi votato al silenzio, perché «solo il silenzio consente di onorare la parola di chi parla», e quello del professore, che deve non solo dialogare con i propri studenti, ma anche e soprattutto aprire loro nuovi mondi, dato che il potere della parola non si configura nella semplice comunicazione, bensì nel «portare alla luce» ed «illuminare l’esistenza di mondi sconosciuti».

Recalcati ha così sin da subito chiarito due importanti tematiche: la prima, che ci riguarda tutti, non solo lo psicanalista, che l’arte del silenzio è garanzia fondamentale dell’ascolto, e che dunque bisogna saper tacere per essere dei buoni ascoltatori (illuminante l’esempio da lui stesso riportato, e che ci deve portare a riflettere: una giovane paziente di un ormai anziano Freud dichiarò di essere guarita in una sola seduta perché, per la prima volta, si è sentita ascoltata); la seconda, che concerne prettamente i (bravi) maestri, ossia quella di saper chiarire e chiarificare l’oggetto di cui stanno parlando (che sia il commento a un testo, la spiegazione di un quadro o di un saggio filosofico poco importa) ai propri allievi, sapendo attirare la loro attenzione e soprattutto il loro interesse. La conoscenza non è, come pensava l’ingenuo Agatone, allievo di Socrate, un trasferimento di saperi, bensì la “trasmissione” del desiderio di sapere. Ed è in questo che si distingue un mediocre professore da un bravo professore; quest’ultimo, mettendo passione nel proprio lavoro la trasmette ai propri alunni, e così facendo mette in moto negli stessi la ricerca della conoscenza e del senso, o meglio, dei sensi.

«La didattica è viva quando trasforma le carte in carne», ha affermato Recalcati, andando in questo modo ad introdurre la sua concezione dell’insegnamento: la didattica è per lui un rapporto tra corpi, quello del maestro, e quello degli alunni: il professore, sostanzialmente, adempie pienamente al suo compito nel momento in cui introduce la mancanza del sapere nell’allievo e stimola in lui il desiderio di supplire a tale mancanza; così, il libro non è più un oggetto asettico (che stanca ed annoia), ma diventa «un corpo erotico», e il suo lettore ne diviene il suo amante.

Dal ruolo di un buon psicanalista si è quindi passati a quello di un professore degno di questo nome e, infine, grazie alle domande di un folto ed attento pubblico, la lezione di Recalcati è terminata con una riflessione sul ruolo di un buon genitore. In questo caso, ha premesso lo psicanalista milanese, non ci sono sicure “ricette”, ma la sua personale opinione è quella di dare fiducia alle cosiddette “vite storte”, assecondando e non forzando i loro interessi; un buon genitore, potremmo forse riassumere, deve sapere assommare le doti dello psicanalista e del professore, deve quindi saper ascoltare e stimolare l’interesse; l’obiettivo potrà dirsi raggiunto quando il desiderio di realizzazione del figlio non si configura in un “sacrificio” ma in un “dovere”, una sorta di imperativo categorico, che il ragazzo assume su di sé e punta alla propria realizzazione per sé stesso, e non per gratificare gli altri.

Lucrezia Greppi

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