Commento

La memoria e la natura di W. G. Sebald

Breve, come le poesie scelte tra il 1964 e il 2011, Sulla terra e sull’acqua (Adelphi 2025) di W. G. Sebald raccoglie una serie di componimenti che hanno a che fare con la quotidianità e la natura. C’è molta Germania nell’autore, le cui opere si concentrano sempre sul tema della memoria e dei ricordi, sia personali che collettivi. La poesia di W. G. Sebald è essenzialmente un tentativo di riconciliazione con il trauma della Seconda Guerra Mondiale e i suoi effetti sul popolo tedesco. Annoverato più volte tra i maggiori saggisti e prosatori contemporanei, Sebald è stato indicato da molti come possibile Nobel prima della tragica morte in un incidente. «Il mio mezzo espressivo è la prosa», dichiarava nel 1997, confermando la percezione comune di lui come narratore e saggista. Eppure, la poesia fu la prima vocazione dell’autore, coltivata però sotterraneamente.

Dall’autunno delle foglie rastrellate ai campi, dagli alberi alla pioggia, dai castelli al crepuscolo, il paesaggio si fa protagonista dei suoi versi. Le poesie evocano immagini di un’evanescenza quasi onirica. Ad esempio: «un canale d’acqua ferma / una barca alla proda / il cacciatore Gracco / ha già toccato terra». Intorno a queste visioni, i luoghi del viaggio si manifestano con la loro malinconica freddezza. Sale d’attesa, aeroporti, camere d’albergo. Ma anche un lungo elenco di città-protagoniste dei poemi: Monaco, Stettino, Strasburgo, Rotterdam, Marsiglia, Odessa, Franzensbad, Marienbad, Osnabrück, Oldenburg, Hannover, Baviera. E poi i Tatra, la Louisiana, il Tirolo, la Pomerania, i Vosgi, il Palatinato. Essi riflettono la geografia emotiva di W. G. Sebald, intreccio di memoria e storia.

La malinconia del tempo in W. G. Sebald è un elemento costante, come emerge in “Orario”: «Giù di morale / la mattina indago / il fondo del mio caffè / A mezzogiorno mi taglio / una fetta dalla vuota / zucca dell’estate / E solo di notte oso di nuovo / dedicarmi all’arte cretese / del salto in mezzo alle corna». Le immagini evocano un senso di sospensione tra quotidiano e trascendente, tra presente e passato che continua a tornare e non se ne va. Sotto lo sguardo benevolo degli animali e delle costellazioni, l’autore si cala negli abissi del sogno e della memoria, riportando «il suono delle stelle e / la vastità del silenzio / sopra la neve e i boschi». Sulla terra e sull’acqua è una testimonianza preziosa del Sebald lirico, un’opera che permette di scoprire un aspetto meno noto ma intenso della sua produzione letteraria.

Amedeo Gasparini

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