Teatro

La visionaria Opera RetablO al Teatro delle Radici

Con improvvisazione, un video e spiegando a parole, in conclusione degli Incontri del Laboratorio Internazionale, oggi, al Teatro delle Radici, Daniele Bernardi e Ledwina Costantini di opera RetablO hanno presentato alcuni loro progetti che ruotano attorno alle figure femminili di Shakespeare in rapporto al potere. Il loro è un teatro visionario, molto fisico, dove il corpo è centrale come portatore spesso di tenebre. Lo si è visto nel costume, nel viso di cera, nelle urla agghiaccianti poi diventate risate altrettanto agghiaccianti del personaggio d’introduzione in cui Ledwina era un po’ Lady Anna che sul cadavere del marito cedeva alla seduzione di Riccardo III, un po’ Lady Macbeth, un po’ strega.

Teatro delle Radici - Ledwina Costantini e Daniele Bernardi

Ledwina Costantini e Daniele Bernardi.

Ad un Festival di Malta c’è andato Bernardi ospitato in un’officina di un fabbro che è diventato anche in seguito artefice di oggetti di scena. Qui è stato girato un video dove chiaramente maschile e femminile s’incarnano in una sofferente, crudele e malefica deformazione, perché il potere deforma.

Per l’edizione 2019 del Festival bellinzonese Territori, che poi non si è tenuta per mancanza di fondi, la coppia di artisti aveva appunto lavorato sui Macbeth, basandosi anche su studi e interpretazione di queste figure, sulla donna che al contrario dell’uomo nella società , ad un certo punto, non ha più potuto ritualizzare la sua aggressività e allora o si trasforma in una fuorilegge, una strega ad esempio, o prende il potere, mascolinizzandosi, ridiventando una divoratrice, cercando l’apice… oppure è relegata alla sudditanza, semplificando molto le indagini psicologiche.

Invece Macbeth e Lady vivono un rapporto simbiotico, sono l’uno parte dell’altra, manipolatori e manipolati, nessuno dei due può rinunciare al suo destino di crudeltà e morte. Una idea che sarà ripresa più avanti dai due artisti.

Prossimamente invece, il 12 ottobre, ci sarà il debutto al Sociale di Bellinzona con un lavoro che mette in scena vari personaggi shakespeariani. E per spiegare come elaborano creando materia, scenografia hanno fatto vedere lo spezzone della scacchiera che fa da base allo spettacolo, una scacchiera con botole da cui spuntano i personaggi come Jolly da una scatola. Il tempo è poco, vedremo i risultati.

Così si è conclusa questa rassegna che ha mostrato creazioni in una vivacità diversificata da un teatro più sociale ad un’estetica più psicologica oppure fisica, dal movimento alla parola, alla multimedialità. L’importante è lasciare un segno, una traccia che, come si sa, non restano mai isolati. E questo mi sembra riuscito.

Manuela Camponovo

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