Arti figurative

L’astrattismo razionale di Manlio Rho

Da centomila anni sto guardando quello che ora soltanto vedo (Attila Jozsef)

Il Museo della Seta di Como, ha inaugurato la scorsa settimana la mostra Manlio Rho: il senso del colore. Tra tessile e arte che si chiuderà a fine marzo 2019 aperto tutti i giorni tranne lunedì in un percorso costellato di vari appuntamenti culturali (il prossimo il 14 dicembre).

Figura rilevante del mondo dell’arte ed esponente di spicco, con altri artisti comaschi contemporanei (Carla Badiali, Aldo Galli, Carla Prina, Mario Radice) dell’astrattismo italiano, Manlio Rho ha dato un significativo contributo alla maturazione di una visione del disegno tessile al passo con la modernità. Ne hanno parlato alla sede di via Castelnuovo a Como Luigi Cavadini che ha curato la mostra e il designer Fulvio Alvisi.

L’astrattismo razionale nasce negli anni ’30 in Italia nei ceti più elevati quale contrappeso all’enfasi dell’arte fascista, secondo un rigore compositivo che verrà (per paradosso) parimenti osteggiato sia dallo stile formale dell’epoca contemporanea come da quello che gli succederà alla fine della guerra, teso ad un discorso popolare alla Gottuso. Mentre qui si intende riproporre formalmente nel futurismo l’uomo al centro dello spazio quale ambito di architettura. Il modulo geometrico viene moltiplicato nello specifico all’interno di un sistema spaziale e utilizzato vuoi dal tessuto di arredamento e abbigliamento, come nell’architettura, design e persino nel disegno del tappeto d’autore accomunati dalla ricerca sul colore. Una difficoltà di non poco conto perché l’ausilio del computer nell’applicazione pratica della macchina era allora ben lungi da venire e la capacità tecnica richiedeva un’elevata propensione e gusto.

La mostra esplora le pratiche dell’artista in ambito tessile, dove Manlio Rho ha esercitato le sue molteplici competenze in veste di disegnatore e di esperto, come nell’insegnamento alla scuola Setificio di Como e consulenza a numerose aziende del settore. L’attività di Rho svela in tal modo le importanti influenze reciproche tra diverse arti. Sono esposti nella mostra un centinaio di materiali (molti inediti) tra disegni, tessuti, dipinti, cartelle colori e documenti cartacei.

Il percorso dell’esposizione si chiude con una corposa sezione dove trovano spazio gli esiti della consulenza del professore – come era chiamato Rho – nel campo del tessuto per abbigliamento e arredamento. Sono esposti i materiali relativi a tessuti realizzati dalle Filande e tessitura Costa sotto la direzione artistica di Manlio Rho per creatori di moda del calibro di Hubert de Givenchy e Dior. L’impegno dell’artista per innovare il settore dell’arredamento è documentato da disegni e tessuti che hanno diretta derivazione dalle sue opere pittoriche, spesso ideati nella fucina innovativa che fu la ditta Socota, mentre la sua competenza è dimostrata dalla nomina a membro di giuria in numerosi concorsi come in occasione della X Triennale di Milano.

La mostra è accompagnata da un catalogo con testi introduttivi e di approfondimento dei curatori edito, per la prima volta, dal Museo della Seta di Como.

Corrado Bianchi Porro

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