Coronavirus

Teatri chiusi, lettera aperta al Consiglio di Stato ticinese

Aggiornamento di martedì 10 novembre, ore 19:35:
Il Consiglio di Stato, in una nuova risoluzione governativa, precisa che cinema, teatri, spettacoli, concerti e rappresentazioni culturali, partite di sport professionistici potranno accogliere un massimo di 30 spettatori (esclusi il personale della rappresentazione e dell’organizzazione) nel rispetto dei rispettivi piani di protezione.


Lodevoli Consiglieri di Stato,

le professioniste e i professionisti del settore delle arti sceniche e performative del Cantone Ticino riconoscono la gravità dell’attuale situazione sanitaria e la necessità di contenimento e riduzione dei contagi da Covid-19. Da sempre i teatri, i professionisti della scena teatrale e le istituzioni culturali condividono e sostengono gli sforzi chiesti dalle autorità. Ne sono una chiara dimostrazione i severi piani di protezione che negli ultimi mesi sono stati elaborati, applicati con rigore e rispettati con attenzione da organizzatori, artisti e pubblico, in Ticino come nel resto della Svizzera. Piani di protezione che hanno dimostrato la loro assoluta efficacia, come riconosciuto più volte dal Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi.

Con stupore abbiamo appreso le ultime decisioni del Consiglio di Stato ticinese, comunicate domenica 8 novembre e di fatto immediatamente esecutive. Ancora una volta ci adegueremo a queste misure pur non comprendendole totalmente e consapevoli delle gravi conseguenze per il settore.

Il 28 ottobre scorso la Confederazione ha emanato nuove norme sul piano nazionale introducendo il limite massimo di 50 spettatori. Molti professionisti della scena, sostenuti in questo sforzo da alcune importanti istituzioni, hanno deciso di proseguire nonostante gli evidenti limiti di fattibilità organizzativa e finanziaria, consapevoli dell’importanza della cultura per tutta la comunità, soprattutto in tempi difficili come questi. Artisti e organizzatori hanno nuovamente rivisto i loro programmi per adattarli alla nuova situazione, sostenendo anche il pensiero del consigliere federale Alain Berset che sottolineava l’importanza di mantenere viva la socialità, anche se fortemente limitata, per il benessere psicofisico della popolazione.

L’ordinanza emanata dal Consiglio di Stato ticinese l’8 novembre, che prevede di ridurre a 5 il limite massimo di spettatori, penalizza gravemente tutto il settore artistico. Questo dimostra la mancanza di considerazione verso un settore costituito da professionisti che meritano attenzione e dignità al pari di tutte le altre categorie di lavoratori. Questa direttiva di fatto ci costringe a dover chiudere le attività.

Riteniamo che un pubblico di 50 persone, nel contesto di tutte le misure previste dai piani di protezione, non rappresenti un rischio di contagio maggiore di altre situazioni analoghe, che dal 9 novembre continuano ad essere autorizzate. Stupisce quindi la leggerezza di lasciar intendere che la frequentazione di una sala teatrale o cinematografica sia più pericolosa rispetto ad altre attività della vita quotidiana: la paura che si sta trasmettendo al pubblico necessiterà mesi, se non anni, per essere riassorbita, con evidenti danni non solo economici sul lungo periodo.

Questa decisione va a colpire duramente un settore già fragile e stremato dagli sforzi e le difficoltà finanziarie degli scorsi mesi. Rivendichiamo con forza la complessità e varietà dell’ecosistema culturale che, nonostante differenze per dimensioni e risorse economiche, può sopravvivere solo nella sua integrità.

Riteniamo di fondamentale importanza che le misure federali a favore del settore culturale vengano applicate con solerzia e tempestività insieme ad una riflessione congiunta a sostegno del settore delle arti dal vivo per evitare danni permanenti, soprattutto per gli artisti del territorio.

Affermiamo con forza che la cultura, il teatro, la danza e la musica non sono un passatempo, ma un mestiere che dà sostentamento ad artisti, maestranze, tecnici e operatori del settore. L’ordinanza non solo pone dei seri dubbi alla loro sussistenza economica, ma anche al riconoscimento del loro ruolo sociale e professionale.

L’investimento che le istituzioni pubbliche e private dedicano al settore culturale mostra quanto sia necessaria la missione degli artisti e degli operatori culturali in un territorio. Gli esseri umani vivono di linguaggio e di relazioni, strumenti di cui il palcoscenico si fa carico per contribuire alla crescita della propria comunità, dei suoi valori etici, sociali e di coesione.

Chiediamo pertanto con decisione una maggiore attenzione verso la nostra categoria professionale che ne testimoni il giusto riconoscimento.

ADERISCONO

  1. Agorà Teatro (Magliaso)
  2. Aiep Avventure in elicottero prodotti (Lugano)
  3. Alan Alpenfelt (Chiasso)
  4. Antonio Ballerio (Montagnola)
  5. Armando Calvia, Direttore Cinema Teatro di Chiasso (Chiasso)
  6. Arturo Prod (Mendrisio)
  7. Associazione Culturale Hamelin (Savosa)
  8. Associazione Giullari di Gulliver (Arzo)
  9. Associazione Rizòmata (Agra)
  10. Associazione UHT – Compagnia di teatro forum (Losone)
  11. Associazione V XX Zweet (Chiasso)
  12. Cambusa Teatro (Locarno)
  13. Carmelo Rifici e Michel Gagnon, Direttori LAC Lugano Arte e Cultura (Lugano)
  14. Claudio Chiapparino, Responsabile Foce (Lugano)
  15. Collettivo Treppenwitz (Lugano)
  16. Compagnia Baccalà (Locarno)
  17. Compagnia Finzi Pasca (Lugano)
  18. Compagnie Pas de Deux (Losone)
  19. Concreta (Meride)
  20. Cristina Galbiati, membro di comitato t. Professionisti dello spettacolo Svizzera (Novazzano)
  21. Cristina Zamboni (Locarno)
  22. Daniele Bernardi (Lodrino)
  23. Duo Full House (Ascona)
  24. Elena Boillat (Chiasso)
  25. e.s. Teatro (Lugano)
  26. Femme Théâtrale (Lugano)
  27. Ferruccio Cainero (Arzo)
  28. Festa danzante (Mendrisio)
  29. Festival internazionale delle marionette (Lugano)
  30. Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea (Lugano)
  31. Festival internazionale di narrazione (Arzo)
  32. Flavio Stroppini (Rovio)
  33. Fondazione Claudia Lombardi per il Teatro (Càsoro)
  34. Gardi Hutter (Arzo)
  35. Gianfranco Helbling, Direttore Teatro Sociale Bellinzona e membro di comitato UTS (Bellinzona)
  36. Giuseppe Asaro (Porto Ronco)
  37. Grande Giro (Meride)
  38. Ioana Butu (Massagno)
  39. Laban Event Associazione (Mendrisio)
  40. La Famiglia Dimitri (Verscio)
  41. Lifops/Francesca Sproccati (Lugano)
  42. Lorena Dozio / Crile (Lugano)
  43. Luca Spadaro (Lugano)
  44. Macondo danza (Mendrisio)
  45. Maria Bonzanigo (Lugano)
  46. Margherita Saltamacchia (Bellinzona)
  47. MAT Movimento Artistico Ticinese (Lugano)
  48. Max Zampetti (Lugano)
  49. MOPS_DanceSyndrom (Locarno)
  50. Nina Dimitri (Arcegno)
  51. Nucleo Meccanico (Rovio)
  52. Officina Orsi (Lugano)
  53. Officina Teatro (Lugano)
  54. Onyrikon / associazione Firapul (Stabio)
  55. Opera RetablO (Bellinzona)
  56. Organico Scena Artistica OSA! (Locarno Monti)
  57. Orme Festival (Lugano)
  58. Paolo Crivellaro, Direttore artistico stagione Teatro di Locarno (Locarno)
  59. PerpetuoMobileTeatro (Minusio)
  60. Progetto Brockenhaus (Bidogno)
  61. Raissa Aviles (Bellinzona)
  62. Roberto Mucchiut (Agra)
  63. Seti Sagl (Agra)
  64. Silvana Gargiulo (Arcegno)
  65. StagePhotography (Ascona)
  66. Teatro Danzabile (Lugano)
  67. Teatro d’Emergenza (Lugano)
  68. Teatro dei Fauni (Locarno)
  69. Teatro delle Radici (Lugano)
  70. Teatro Pan (Lugano)
  71. Teatro Paravento (Locarno)
  72. Teatro San Materno (Ascona)
  73. Teatro Zigoia (Minusio)
  74. Trickster-p (Novazzano)
  75. Veicolo danza (Genestrerio)
  76. Wakouwa teatro (Losone)
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