Convegno

Libertà è “restare umani”

La lezione di Antonio Rosmini durante un convegno a Lugano

“LA QUESTIONE ROSMINIANA”, acrilico su tavola, 52,5 x 48 cm

L’idea di libertà in Antonio Rosmini (1797-1855) e la sua attualità in ventidue prospettive: ecco il tema che ha proposto la Cattedra Rosmini il 12 e 13 dicembre tra Consolato italiano e Università della Svizzera italiana. Rosmini ci ricorda che la libertà è reale solo in quanto viene intesa come impegno di dare un volto all’umanità in se stessi e negli altri, per cui è inscindibile dalla coscienza individuale, da un lato, e dalle relazioni sociali, dall’altro. Per Rosmini certamente non si può prescindere dalla religione come dimensione assoluta e morale in questo legame (“religare”), per cui si pone anche la domanda dell’importanza del cristianesimo per la realizzazione della libertà anche nella società secolarizzata. La libertà, in questa prospettiva, consiste nel riconoscere l’altro nella sua realtà, nell’apprezzarlo in ciò che egli è nei suoi limiti e nei suoi bisogni, nel non invadere i suoi spazi, e dunque ci insegna un atteggiamento che è contrario a ciò che i nostri tempi identificano con la libertà ossia autorealizzazione a ogni costo.

Così, ciò che si realizza oggi è piuttosto quella «cultura del narcisismo» (Christopher Lasch) in cui i singoli credono di “essere se stessi” tramite le loro scelte consumistiche: sono “io” fragili con i quali è sempre più difficile realizzare una società democratica, in quanto la “democrazia” – contrariamente a quanto oggi pensano molti – rivolge dei requisiti concreti ai singoli, ossia di impegnarsi il più possibile per l’autocontrollo e per comportamenti razionali, di esercitare le proprie responsabilità e di orientarsi al bene comune.

Senza tale consapevolezza, però, la libertà si riduce alla scelta individuale: essa si riduce a essere veicolo per l’autoreferenzialità dei singoli e le società diventano incapaci di progettarsi a lungo termine, cioè di rapportarsi costruttivamente al futuro, perché ciò richiederebbe un sacrificio nel presente. La democrazia vive dunque di presupposti che non sono scontati, specialmente nella condizione postmoderna di oggi che è preda delle dinamiche populiste degli individui fragili, che finiscono a preferire leader forti e sicurezza controllata alla fatica quotidiana della libertà.

Vincenzo Vela, Monumento a Antonio Rosmini, Stresa.

Ecco la lezione di Rosmini: libertà è accettazione e riconoscimento del limite che consiste nella «limitazione dell’intelligenza e della volontà». Per Rosmini, ciò significa amare la natura umana, l’essere, gli altri, aprirsi al confronto con gli altri e non essere invasivi. Dimensioni importanti questi, per “essere umani tra esseri umani”, e che la cultura efficientista del digitale non promuove. Per Rosmini, infatti, le risorse per realizzare una società libera e democratica, non possono venire dalla tecnologia, e ciò è un appello urgente che rivolge a noi oggi: «l’uomo non è una macchina», come disse esplicitamente.

La realizzazione democratica e politica della libertà si basa dunque su presupposti morali e culturali, e Rosmini vedeva esattamente questo nesso come uno dei nodi da risolvere per la società moderna. Anche la religione stessa, cioè la Chiesa cristiana, deve trovare il suo luogo all’interno di questa società, con delle garanzie istituzionali, perché possa svolgere il suo compito circa la realizzazione dei valori morali e spirituali. Questo perché, come sottolinea Rosmini, è a partire dal cristianesimo che l’essere umano ha scoperto la sua infinita dignità che per la società moderna è il perno morale all’intorno del quale si sono affermate le libertà.

Accanto alle dimensioni morali, relazionali e cristiane della libertà, il convegno ha indagato anche circa la collocazione della prospettiva rosminiana all’interno del dibattito del suo tempo, cioè dell’800, il suo contributo per il pensiero federale e costituzionale, il riferimento a istanze del pensiero politico del XX secolo, e infine – specialmente nei dibattiti – le conseguenze di tale riflessione per la nostra società attuale. Presto saranno disponibili le registrazioni delle due giornate nonché gli atti (per qualsiasi informazione, rivolgersi alla Cattedra Rosmini della Facoltà di Teologia di Lugano, USI).

Markus Krienke

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