Commento

L’ideologia del gender un pericolo?

A differenza di volumi della collana “Fact Checking” il libro L’ideologia gender è pericolosa (Laterza 2023) di Laura Schettini non si pone in eccessiva polemica con il titolo dell’opera. Che pertanto procede in maniera un po’ scomposta senza offrire delle risposte o delle prospettive storiche alla questione gender. C’è un marcato interesse per l’apprendimento da parte dei giovani, che sembrano identificare nella sfera sessuale e di genere terreni cruciali per esplorare i conflitti e per plasmare la propria identità. Sussiste, per altro, sull’argomento una produzione scientifica e accademica molto sviluppata. L’autrice esordisce facendo una fotografia della realtà attuale in materia di gender. Il libro ha origine dalla necessità di approfondire la comprensione del fenomeno di genere, considerando il notevole spazio acquisito nel dibattito politico e pubblico. Autorevoli esponenti politici, impegnati in una strenua lotta contro il gender, sostengono che il significato di questo concetto risulta poco chiaro.

Inoltre, emergono gruppi anti-gender, rappresentati da settori della società nostalgici di un presunto passato caratterizzato da ordine e stabilità, i quali evidenziano presunti pericoli fisici e morali legati ai processi di trasformazione che coinvolgono famiglie, sfera affettiva, relazioni, struttura di genere della società, sessualità e identità. L’autrice esamina diverse controversie sul genere, ponendosi la domanda se sia appropriato affrontare tali temi nelle scuole. Schettini sottolinea che la questione dell’ideologia di genere si diffuse storicamente, prima da esponenti del cattolicesimo conservatore e successivamente fu adottata dalla destra populista. Nel corso del volume, si affronta la questione se il gender sia un dato biologico o meno, concentrandosi su un leggero attacco al movimento femminista che ha abbracciato la teoria del gender come sua unica agenda. Schettini, scrivendo che le donne sono accecate dall’ideale dell’uguaglianza, sostiene che esse stanno perseguendo il modello maschile.

L’agenda gender, secondo l’autrice, mirerebbe a cancellare le differenze naturali tra i sessi, affermando che tale ideologia ha scarsa pertinenza con le questioni femminili o i problemi delle donne nella società, come la disparità salariale. L’obiettivo della teoria di genere, secondo l’autrice, sarebbe quello di negare la differenza tra uomini e donne, sminuendo il patrimonio femminile. Non sorprende che ciò abbia suscitato la mobilitazione anti-gender, che si manifesta nella difesa della differenza e del valore del corpo come qualcosa che va al di là del dato biologico. Secondo l’analisi di Schettini, la teoria di genere è vista come una minaccia per tutte le donne, aspetto che comprende anche la disparità tra maschi e femmine nel contesto lavorativo.

Si parla ad esempio che: «L’assenza del femminile per professioni o incarichi quali ministro, sindaco, assessore, architetto, avvocato, medico, ingegnere, procuratore ecc. testimoniava non solo l’esclusione storica delle donne da questi reami, ma la rinnovava, impedendo il processo di identificazione e costruzione del sé delle donne, di immaginarsi nel futuro». Schettini menziona una “doppia militanza”, indicando l’impegno sia nel movimento femminista che nei partiti, nei sindacati, nelle organizzazioni extraparlamentari e nel movimento di liberazione omosessuale. Si parla poi della volontà maschile di governare la sessualità femminile, dello stupro, delle “letture ambivalenti” del corpo femminile, ma anche dell’onnipotenza del cosiddetto “patriarcato”. Gli elementi menzionati inevitabilmente entrano in conflitto con la componente più conservatrice della società, la quale ha progressivamente assunto toni di emergenza per sostenere la campagna contro l’ideologia di genere.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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