Teatro

L’oca dal becco di rame, dalla realtà al teatro per bambini

© Roberto Finizio

Un amalgama di intense emozioni: è stato questo lo spettacolo teatrale proposto dal Teatro del Buratto nel pomeriggio di ieri – domenica 17 febbraio – e che si ispirava al libro di Alberto Briganti, il veterinario che salvò la vita all’oca Tolosa protagonista di questa storia.

Sul palco del Teatro Foce di Lugano, ove è avvenuto lo spettacolo, è calato sin da subito il buio, dal quale emergevano svariati oggetti illuminati da una vivida luce. Un pollaio, una cittadina (forse quella Toscana, dove è avvenuta la vicenda) e degli occhietti scrutatori (quelli della famelica volpe, come giustamente notavano i piccoli spettatori); queste le prime immagini che i bambini ammiravano stupiti fluttuare magicamente nell’aria. Tra questi oggetti sospesi, e in continua evoluzione, compare il piccolo protagonista, e con lui tre galline (Iris, Rosa e Margherita) che non lo accolgono con i dovuti onori, temendo che questi attirasse tutte su di sé le attenzioni di Gisella, l’umana madre adottiva. Dallo stupore iniziale si passa ben presto al riso: i piccoli non riescono a trattenere le risate non appena vedono discorrere le tre pettegole galline, e in particolare quando vedono la panciuta Margherita schiacciare più di un pisolino tra tanto cicalare.

Le curiose galline non possono fare a meno di mettere in imbarazzo il nuovo arrivato, che, incalzato dalle impertinenti domande delle tre, risponde che non può dirgli chi sia – una papera, un’oca o chissà quale altro pennuto –  in quanto non lo ha capito nemmeno lui. A sciogliergli ogni dubbio sarà una cicogna dall’accento francese che, munitasi di una lente d’ingrandimento, spiega lui che è un’oca Tolosa e gli dice che «le cose non sono sempre come sembrano, per conoscerle davvero bisogna guardarle bene». Con questo bel consiglio – che di certo sarebbe stato prezioso per le tre galline, che continuavano a ripetere al protagonista di quanto sembrasse loro «strano» – la cicogna spicca il volo in cerca di nuove avventure.

Il tenero pulcino è così di nuovo solo, ma non dovrà attendere a lungo: incontrerà presto una simpatica coppia di suini, Maya e Lino, che lo accoglieranno nella loro famiglia come un vero e proprio figlio adottivo. Da insicuro pulcino, crescendo, diviene un’audace oca adulta, deputata alla difesa dell’intero pollaio. In una notte di vedetta farà lo spiacevole incontro con la spaventosa volpe, e sarà proprio per lo scontro avvenuto con questa, che perderà la parte superiore del suo becco. La lieta atmosfera è quindi spezzata dall’arcigno muso della volpe, che ha non poco spaventato i piccoli spettatori. Il protagonista della storia ricomparirà quindi con un luccicante becco di rame; dettaglio, questo, che lo rende unico (come rimarcato dalle galline che, nel frattempo, si sono a lui affezionate). Forte del suo scintillante becco conquisterà anche una femmina di oca, con la quale avrà tre pulcini. Lo spettacolo si chiude sulle parole del protagonista, il quale confessa che sarebbe splendido se si potesse fermare il tempo nei momenti felici.

Compaiono così sulla scena quelli che fino ad allora erano gli invisibili attori dello spettacolo – Nadia MilanoMatteo Moglianesi Serena Crocco – che hanno animato e reso possibile questo splendido esempio di teatro su nero. A performance conclusa gli attori mostrano quindi la tanto temuta volpe e, dopo aver rimarcato ai piccoli spettatori che la paura è un sentimento che è normale provare, fanno vincere i loro timori, facendo loro accarezzare la volpe.

Azzeccatissima la scelta del Teatro Pan di inserire questo spettacolo nella Rassegna Senza Confini; si è infatti trattato di un bellissimo spettacolo, capace di far provare ai piccoli spettatori le più svariate emozioni, ma anche di far riflettere; attraverso la leggerezza della narrazione, sono veicolati importanti messaggi che a volte, forse, anche i più grandi tendono a dimenticare: non giudicare avventatamente, e non vedere la diversità come un difetto. Il scintillante becco dell’oca Tolosa la rende unica, ed è il segno del suo coraggio; quello che può essere giudicato un difetto, diventa per lei un punto di forza. Lo spettacolo, dedicato a tutti quei bambini che si sono trovati ad affrontare un’esperienza che li ha portati alla disabilità, è stato uno splendido omaggio a questi, che, coraggiosamente riescono integrarsi alla comunità, ma anche un’ottima occasione per tutti gli altri, che hanno così appreso importanti messaggi.

Lucrezia Greppi

 

 

 

 

 

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