Cinema

“L’uomo delfino”, il documentario dedicato a Jacques Mayol

Vagabondo, viaggiatore, cittadino del mondo, esploratore dei limiti umani, anima di mare. L’uomo delfino è un documentario che con delicatezza ci accompagna e ci mostra l’amore di Jacques Mayol per l’abisso. È stato colui che ha mostrato a sé stesso per primo, e poi al mondo, che i limiti possono essere superati: lo ha fatto raggiungendo il record mondiale di immersione in apnea di 60 metri, poi 70, e all’età di quarantanove anni raggiunge l’impossibile, 100 metri.

Più passano i minuti, più lo spettatore viene imprigionato dal mondo di Mayol, quello del mare, un documentario capace di raccontare a tempo di respiro, proprio come viveva Jacques. Per lui, l’immersione in apnea non era semplicemente uno sport o un modo per essere “conosciuto” nel mondo, per lui era qualcosa di molto più profondo: ogni metro raggiunto come apneista era un abbandonare i pensieri, un esistere in silenzio, riscoprire quella relazione uomo/oceano che a suo dire era un «rapporto primordiale», percepire che l’acqua è l’elemento principale. Per Jacques Mayol, l’immersione in apnea è arte.

L’uomo delfino, si intitola così il documentario perché più si viene a conoscenza dei pensieri e della vita di Mayol, più ci si rende conto quanto lui appartenga a un mondo diverso dal nostro, e proprio come i delfini rimane a galla giusto il tempo di riempire i polmoni d’ossigeno per poi ritornare nell’abisso. Jacques Mayol ha iniziato il suo percorso in apnea grazie alla sua amicizia speciale con Clown, un delfino che ha fatto scattare in lui «la scintilla che ha accesso la passione per l’immersione», ma che allo stesso tempo gli ha insegnato a rispettare quel mondo profondo, sconosciuto da molti, sognato da altri, inaccessibile a tanti.

La sensazione che il pubblico percepisce nel guardare questo documentario è quello di esserne stregati, la voce narrante di Jean-Marc Barr (l’attore che ha interpretato il ruolo di Mayol nel film cult di Besson, Le Grand Bleu) ci accompagna pian piano nei pensieri e nel modo di esistere di Jacques; le sue tecniche di respiro diventano per noi una pozione quasi magica che ci permettono per un tempo limitato di entrare nel suo universo. Un documentario che richiama la nostra attenzione, lo storytelling colpisce nel segno, intrappolando e catturando l’attenzione di chiunque si soffermi a guardare e ascoltare.
L’uomo delfino è diretto dal regista greco Lefteris Charitos, arricchito da incredibili immagini e filmati storici, da testimonianze di amici, collaboratori e familiari, tra cui i figli Dottie e Jean-Jacques, e i campioni mondiali di tuffi liberi Umberto Pelizzari, William Trubridge e Mehgan Heaney-Grier.

L’uomo delfino arriva nelle sale italiane il 5, 6, e 7 ottobre con Wanted Cinema.

Maria Elisa Altese

 

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