Cultura

Matematica, che passione

Cosa può fare un professore? Tenere una lezione, naturalmente. È quanto ha fatto all’albergo Losone Sergio Albeverio, matematico (Lugano 1939), cattedratico e autore di numerosissime pubblicazioni partendo da un tema apparentemente strano, Norvegia e matematica. Strano ma spiegabilissimo con il fatto che l’albergo è sede del consolato di Norvegia in Ticino e che Albeverio, subito dopo Princeton e prima di Napoli, Aix-Marseille, Bielefeld, Bochum, Bonn, dove risiede tuttora con la moglie Solvejg nata Manzoni, scrittrice (ha recentemente dato alle stampe “Ferite” tra prosa, poesia, filosofia, ecologia ecc.) e pittrice, ed altre ancora tra cui l’Accademia di Mendrisio, ha insegnato per alcuni anni all’università di Oslo. Se si aggiungono i riconoscimenti un po’ in tutto il mondo – l’ultimo recente e prestigioso alla facoltà di scienze dell’università di Stoccolma – e la considerazione generale di cui gode, ecco che Albeverio in fatto di matematica e dintorni è un’autorità internazionale. Bello e interessante quindi riaverlo qui in Ticino dove torna appena può, e sentirlo parlare di matematica tra storia e attualità partendo ma velocemente staccandosi dai ricordi personali per raccontare storie di matematica appassionanti non solo per i chierici ma anche per i laici. E mentre dialogava a distanza con alcuni dei maggiori matematici norvegesi, da Niels Henrik Abel (1802-1829) a Sophus Lie (1842-1899), Fenstad (1935) e altri ed altri fino a Raphael Hoegh-Krohn (1938-1988) con cui ha collaborato intensamente anche in alcune delle sue pubblicazioni più note, ha raccontato alcune storie riguardanti il farsi della matematica moderna. È partito dalla Norvegia, “dove ha radici molto forti” e via via è andato concentrandosi sul rapporto tra matematica e fisica e l’oggi, argomento interessantissimo per lui, i matematici ed anche per tutti noi. Visto che sono sempre meno scienze a se stanti (se mai lo sono state) ma s’incrociano ineluttabilmente con altre discipline nelle quali infondono energia nuova. Basti accennare alle ricerche cosmologiche, a tante prospettive del cosiddetto infinito dove la matematica ha il suo bel daffare nel contribuire a decifrare e magari a comprendere qualcosa di come funziona l’universo nel quale siamo immersi. E ancor più lasciando intendere l’influenza dei risultati di queste indagini, di queste “scoperte” sul nostro modo di esistere discernendo in un mondo che si allarga sempre più tra leggende e certezze, magari risalendo l’infinita scala delle probabilità.

Il prof. Albeverio ha parlato della matematica non come di una novità, come l’ultima delle invitate al tavolo dello sviluppo della conoscenza. L’ha collocata all’interno di una storia ampia ed affascinante, di un avanzare tra slanci e ripensamenti, intuizioni e verifiche, due passi avanti e uno indietro. Correggendo l’equivoco che si tratti di qualcosa di astratto, una sorta di sfizio. È invece qualcosa che ha a che vedere con la nostra vita di tutti i giorni e con il cambiamento delle prospettive anche interiori.

Dalmazio Ambrosioni

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