Arti figurative

Milano, una mostra dedicata al dialogo tra arte e design del Novecento

La galleria d’arte Tommaso Calabro di Milano ospita, a partire da oggi fino al 23 novembre, la mostra Rodolfo Aricò / Anna Castelli Ferrieri. L’amore per il progetto, a cura di Paola Nicolin. La rassegna costruisce un dialogo tra due esponenti cardine dell’arte e del design italiani del Novecento: Rodolfo Aricò (Milano, 1930-2002) e Anna Castelli Ferrieri (Milano, 1918-2006); e si propone di intrecciare affinità e differenze tra i due protagonisti accomunati da un’attenzione puntuale alla fase di ricerca e progettazione delle proprie opere, tra i primi a Milano a sfidare con innovazione i limiti l’uno della pittura, l’altra del design.

Rodolfo Aricò

Rodolfo Aricò (1930-2002), “Senza titolo”, tecnica mista su cartoncino. Eseguito nel 1969 ca. ©Archivio Rodolfo Aricò, Milano.

Gli artisti
Rodolfo Aricò nasce a Milano nel 1930 ed è oggi considerato tra i più singolari protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento. Il suo percorso di studi va dal Liceo Artistico di Brera fino alla Facoltà di Architettura al Politecnico di Milano. Nella seconda metà degli anni Cinquanta si avvicina alle esperienze analitico-oggettuali e spazialiste condotte a Milano in quel periodo, così come alle sperimentazioni pittoriche d’oltreoceano. Attraverso il confronto con il Minimalismo americano e l’astrazione post-pittorica di Kenneth Nolan, Aricò matura l’idea delle sue tele sagomate, “dipinti-oggetti” caratterizzati da una geometria ambigua e, allo stesso tempo, da una forte componente lirico-emozionale. Poi, a partire dagli anni Settanta, il rapporto tra l’oggetto e lo spazio viene indagato attraverso un’inusuale stesura del colore, che conferisce all’opera una forte ambiguità percettiva; Il colore, elemento anomalo, supera la logica razionale della struttura geometrica, sottraendovi consistenza e aprendo la possibilità di una percezione sensoriale ed emotiva dell’opera. Tale intreccio tra pittura, spazio e architettura si manifesta in modo evidente nel 1982 quando l’artista, su invito di Aldo Rossi, viene chiamato a esporre le proprie opere nella mostra di architettura Idea e Conoscenza allestita alla XVI Triennale di Milano.

Anna Castelli Ferrieri

Collezione “Kartell in tavola” 5390/5391, 5500/5506, 7450, 9440/9441, PMMA e policarbonato, design di Anna Castelli Ferrieri, Centrokappa e Franco Raggi, 1976.

Anna Castelli Ferrieri è stata architetto, designer, accademica e donna di grande cultura, ed è ricordata come una delle voci più importanti del design italiano della seconda metà del Novecento. Originaria di Milano (nasce nel 1918), fu una delle prime donne italiane a laurearsi in architettura presso il Politecnico di Milano: allieva di Franco Albini, si avvicina presto alla corrente razionalista italiana. Il rigore progettuale di Ferrieri, si sposa con la musica, la letteratura, il cinema, le arti, che Castelli Ferrieri conosce nella casa del padre Enzo Ferrieri, regista e grande intellettuale del tempo. L’incessante ricerca sui nuovi materiali offerti dall’industria del tempo la portano ad introdurre e diffondere l’uso delle materie plastiche nel design, sfruttandone la versatilità per ideare mobili dalle forme innovative. Si ricordano in particolar modo i mobili realizzati per Kartell, azienda di design fondata dal marito Giulio Castelli nel 1949, di cui fu direttrice artistica dal 1976 al 1987. Restano iconici ancora oggi la sedia 4870, la poltrona 4814, e i mobili 4970/84, meglio conosciuti con il nome di “Componibili” e oggi esposti nei più importanti musei del mondo, tra cui il MOMA (New York) e il Centre Pompidou (Parigi).

La mostra: L’amore per il progetto
Attraverso le sale della galleria d’arte Tommaso Calabro, grandi tele sagomate di Rodolfo Aricò degli anni Settanta saranno esposte accanto alle creazioni di Anna Castelli, in un gioco di rimandi e corrispondenze tra oggetti e la loro poesia. La mostra intende presentare le loro opere come strutture che travalicano le categorie tradizionali della storia dell’arte, a cavallo tra pittura, scultura, architettura e design. La quarta stanza del percorso espositivo sarà dedicata all’esposizione di materiali inediti d’archivio provenienti dall’archivio privato di Anna Castelli, che offriranno uno spaccato all’interno della sua vita e della sua produzione artistica.

La rassegna inaugura una serie di tre esposizioni organizzate da Tommaso Calabro sotto la cura di Paola Nicolin, mirate a favorire dialoghi nuovi tra le arti visive e il design del secondo dopoguerra italiano. Con questa mostra la galleria continua la propria ambizione di presentare progetti di ricerca che favoriscano un approccio interdisciplinare e prospettive inaspettate sulle esperienze artistiche del secondo Novecento.

Per maggiori informazioni: www.tommasocalabro.com

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