Mostra

Musei chiusi? MAMbo propone una performance della mostra in streaming

Ph. Gabriele Lepri. Courtesy l’artista, Luhring Augustine, New York e i8 Gallery, Reykjavik.

Il MAMbo, Museo d’arte moderna e contemporanea di Bologna, affronta la forzata chiusura dei centri culturali in Emilia Romagna – misura precauzionale presa per l’emergenza coronavirus e condivisa da molte altre regioni italiane, Lombardia e Veneto in primis – rendendo accessibile (online) al pubblico una delle creazioni più apprezzate della mostra AGAINandAGAINandAGAINand, inaugurata al MAMbo il 23 gennaio 2019 e in programma sino al 3 maggio. La protagonista della collettiva a cura di Lorenzo Balbi, che propone(-va) le opere di sette artisti contemporanei che riflettono sul tema della ciclicità della contemporaneità, è Bonjour, dell’artista islandese Ragnar Kjartansson.

Presentata la prima volta al Palais de Tokyo di Parigi tra il 2015 e il 2016, è un’installazione-performance che trasforma la quotidianità in una pièce teatrale: il visitatore, attraverso la parete mancante di un’abitazione – inserita in un villaggio francese degli anni ’50 riprodotto a dimensioni originali – assiste ad uno spettacolo infinito: può inseguire con lo sguardo una ragazza che sulle note de La Mer di Charles Trenet (proposto in loop, va da sé) continua incessantemente a recarsi alla fontana per riempire d’acqua il vaso che sorregge, mentre un giovane continua a bere vino e suonare il pianoforte sino a che vede la fanciulla, e scambia con lei dei saluti («Bonjour…»). E così ancora e ancora, “again and again”.

La performance, lo si accennava, sarà ora disponibile in diretta streaming, sino al primo marzo sul canale YouTube del MAMbo (giovedì e venerdì dalle 16 alle 18, sabato e domenica dalle 12 alle 14 e dalle 16 alle 18). I cyber-spettatori di Bonjour potranno inoltre essere omaggiati di un ingresso ridotto per la mostra AGAINandAGAINandAGAINand, valido a partire dal primo giorno di riapertura, inviando una mail con oggetto “Bonjour” all’indirizzo istituzionebolognamusei@comune.bologna.it

Un’iniziativa curiosa ed interessante quella del MAMbo, che oltre a cercare di fronteggiare le ovvie difficoltà che si trova ad affrontare il museo in questo periodo (dando forse anche ispirazione ai numerosi centri culturali italiani chiusi nelle regioni italiane a rischio contagio) si inserisce perfettamente nel tema della mostra che era in programma, e che metteva in dialogo diversi mezzi (tele, sculture, ma anche video e moderne installazioni) per riflettere sulla ripetizione e ciclicità nella contemporaneità, aspetto indagato dal punto di vista sociologico, filosofico, religioso ed ecologico. E tutto ciò rilanciando al contempo l’apertura del museo, non appena si sarà placata o quantomeno arginata l’emergenza coronavirus.

«Che cosa c’è di più coerente ai tempi di questa segregazione virale che vedere lo streaming di questa scena?», è proprio da questo interrogativo che è stata avviata l’iniziativa, sostenuta anche da  Roberto Grandi, presidente dell’Istituzione Bologna Musei. «In attesa di venire di persona al MAMbo sintonizziamo il nostro spirito a questa reiterazione di gesti quotidiani che rimandano a un museo che continua a raccontare storie anche in assenza del suo pubblico», ha commentato Grandi, aggiungendo che «con questa iniziativa MAMbo, impossibilitato ad essere abitato dal pubblico, esce per essere ospitato da un pubblico virtuale». «Un esperimento che come museo ci stimola a superare le barriere fisiche», ha ribadito Lorenzo Balbi, direttore artistico MAMbo, sottolineando che l’esperienza streaming di Bonjour è stata realizzata anche grazie allo stesso Kjartansson, che ha accolto con entusiasmo la proposta, alla collaborazione della compagnia teatrale Laminarie, e all’impegno dello staff dell’Istituzione Bologna Musei e del Comune di Bologna. «Si tratta di una proposta che vede i nostri musei civici adoperarsi per mantenere fruibile al pubblico la grande offerta culturale che li contraddistingue», ha dichiara Matteo Lepore, assessore alla cultura e promozione della città del Comune di Bologna. «Un segno di come la città di Bologna sappia reagire alle situazioni di emergenza con capacità, tempestività e creatività».

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