Arte

Museo Casorella, inaugurazione della mostra di Antonio Ciseri

La mostra di Antonio Ciseri, inaugurata ieri al Museo Casorella di Locarno, illustra e percorre parte dell’intensa opera pittorica dell’artista, nato a Ronco sopra Ascona, con una prospettiva particolareggiata sulla sua attività di ritrattista, e una minuziosa incursione nelle sue innumerevoli opere religiose, proponendo un taglio che mette in risalto il paese d’origine ma in particolare la vita familiare di Antonio Ciseri.
Ricordando il bicentenario della sua morte, le cui commemorazioni, manifestazioni e iniziative si estendono all’interno dell’itinerario museale, nelle sedi espositive sparse in tutto il Canton Ticino e in molti edifici religiosi, la mostra si rivela il coronamento di un lungo lavoro per promuovere l’artista, con un progetto che si integra nel programma, portato avanti e curato dall’Associazione Antonio Ciseri 2021, con l’intento di tenere in vita il lascito artistico e culturale, presente sul territorio.

Veronica Provenzale, che ha curato il catalogo del bicentenario, affiancata da Simonetta Biaggio-Simona, Diana Rizzi e Cristina Sonderegger, ha spiegato il percorso e il senso della mostra e del bicentenario, che sono un’occasione per tracciare un bilancio sulla figura e sulle opere dell’artista.
La mostra, ha specificato Veronica Provenzale, si apre sull’ambito più familiare, con un corpus di tele e disegni che fanno emergere una dimensione diversa, cruciale che torna all’uomo e al suo vissuto, come somma di competenze artistiche di valenza impagabile ma anche come espressione di aspetti legati alla vita privata dell’artista. L’autoritratto di Antonio Ciseri, del 1855, appartenente a una collezione privata, accoglie infatti il visitatore, sin dai primi passi, come a voler indicare la portata della sua persona prima ancora della sua cifra stilistica, nel cui autoritratto a lume di candela il pittore rivela l’importanza della luce su metà del suo volto, e per converso, l’oscurità sul rimanente volto, immerso nei toni scuri del dipinto. Anche la genealogia della famiglia Ciseri nel percorso espositivo, così come anche l’imponente busto di Antonio Ciseri, scolpito da Emilio Santarelli, delineano il percorso ma soprattutto evidenziano la scelta artistica con cui la mostra è stata allestita. La ritrattistica di Antonio Ciseri si è affermata mondialmente. L’incontro con alcuni ritratti esposti alla mostra è vivido proprio perché la capacità con cui il Ciseri riesce a traporre il vero su tela immerge il visitatore in una dimensione sensoriale di somiglianza, di profondità espressiva e di corporeità del soggetto ritratto. La sua direzione stilistica prosegue con la memoria di altri ritratti, con alcune sue opere religiose. Il dipinto Testa di Cristo, appartenente a una collezione privata, ritrae il Cristo, con un braccio non pronunciato, e l’altro braccio definito e attraversato da muscoli e vene, senza però la simbolica corona di spine, o le ferite sul costato, lasciando aperta l’interpretazione di un Cristo uomo che sta dormendo. La monografia pubblicata da Armando Dadò Editore riunisce opere, disegni, saggi e studi con il catalogo completo di edifici sacri, di luoghi in cui sono presenti le opere, portando una visione innovativa dal profilo storico e documentaristico. La speranza è che l’impegno profuso fin qui permetta la continuità della ricerca del comitato scientifico, anche dopo lo scadere del bicentenario.

Per maggiori informazioni www.antoniociseri.ch

Nicoletta Barazzoni

 

In cima