Letteratura

«Non posso contenere ciò che mi contiene»: la poesia di Stella N’Djoku

La certezza di esistere, una consacrazione al lato chiaro delle cose: votarsi alla vita e farlo con convinzione, con fede nell’umano. È questa la poesia di Stella N’Djoku: una vita abbracciata in tutti i suoi aspetti, anche quelli più dolorosi, come la separazione, il distacco, la lontananza. Aspetti abbracciati per redimerli “da dentro”; entrarvici, attraversarli e poi uscirne con la leggerezza apparente della poesia e con la medesima convinzione di prima, unicamente più forte, umanamente più vera: la vita ha un valore inestimabile.

“Il tempo di una cometa”, prima raccolta poetica dell’autrice, è così il racconto commosso di uno stupore: lo stupore di chi scopre che la lontananza, in fondo, è anche vicinanza e che dietro al buio si nasconde “un’estrema luce”, che il vuoto, in realtà, è pienezza. Pienezza di parole, di sentimenti, di sensazioni (“non sento/è tutto ciò che sento”), lontananza da ogni commiserazione o rimpianto, nonostante la consapevolezza che “oggi non basta nulla”. Ciò che sembra frustrazione – “Non posso contenere ciò che mi contiene” – in Stella si trasforma in un inno al compimento, alla realizzazione piena, nonostante la vita imponga i suoi ritmi e le sue leggi: “Quanta pioggia deve ancora/per tornare luce”.

Poi quella scelta, radicata in una fondamentale fiducia che tutto possa avere un senso: “Oggi rimetto tutto alle radici/torno corpo/tra i corpi che non sono”. La ricerca di Stella la conduce dunque verso le sue origini, a volte nel viaggio riemergono “cicatrici o paure di stelle”, ma fondamentalmente si tratta di muoversi verso la profondità del nostro essere, la certezza della sua esistenza. Più la lontananza dalle cose si acuisce, nella poesia di Stella, e più si fa largo la solidità della vita. In pura perdita – “Rimane il vuoto/i corridoi/l’amore incompiuto/i domani di mai” – si acquisisce la piena consapevolezza di se stessi e del proprio destino. È questo il bello della poesia di Stella: laddove tutto sembra dissolversi, l’amore è un affronto (“L’eternità è il nostro nominarsi/nei secoli/come una carezza/una promessa”).

Ecco dunque che la raccolta assume la sua vera fisionomia: l’autrice circonda i suoi versi con un senso nostalgico di lontananza, insiste, tergiversa su quel senso doloroso del distacco per poi proporci, in pochi ultimi versi inaspettati, la soluzione di tutto, ovvero l’amore che rendi eterni, eterni come “il tempo di una cometa”.

(Stella N’Djoku, Il tempo di una cometa, Edizioni Ensemble, Roma, 2018)

Foto di Valentina Mazza, scattidigioia.com

Intervista all’autrice su catt.ch.

Laura Quadri

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