Società

Oltre il silenzio: i trent’anni dell’ATiDU

Il tema della comunicazione è da decenni al centro della nostra vita sociale: gestire l’enorme flusso di informazioni che ci investono ogni giorno, ogni ora, ogni minuto diventa sempre più complesso. Alla base di tutto c’è la comprensione dei messaggi, che diventa problematica, per limitarci al campo sonoro, per le persone che hanno problemi di udito. Una condizione essenziale del processo comunicativo è quella di sentire, ascoltare e capire. Lo sa benissimo l’ATiDU, l’associazione che da oltre 30 anni si occupa delle persone che hanno problemi di udito. Fondata nel 1992 è stata fedele compagna delle persone che hanno problemi di udito, confermandosi, anno dopo anno, anello essenziale della rete che sostiene le persone che presentano tali difficoltà, assieme ai medici, agli audioprotesisti, alle famiglie. Il numero delle persone affette da questi problemi è in costante crescita, sia per la tendenza della popolazione ad un maggiore invecchiamento, sia per l’aumento generale del rumore che caratterizza la nostra società. Si calcola che il 10,55% delle persone di età inferiore ai 64 anni abbia problemi di questo genere, il 20,1% delle persone tra i 65 ed i 74 anni, il 35,9% di quelle che passano i 75 anni. Numeri importanti e allarmanti che esigono un’attenzione crescente da parte di tutti gli attori: a cominciare da chi soffre delle varie patologie. Chi inizia a notare in sé l’insorgere di fenomeni legati all’udito non deve sottovalutarli. Spesso chi ne è affetto prova vergogna, imbarazzo o un certo senso di repulsione ed è portato a identificare la perdita o la difficoltà di udito con sintomi di vecchiaia. Segnali che in un primo tempo tendono ad essere minimizzati, quasi come se fossero portatori di decadimento fisico che vanno rifiutati. Fino al momento in cui si è portati ad isolarsi sempre più, ad evitare i contatti con le altre persone, ben coscienti di non essere più in grado di comprendere quanto ci viene detto. E invece è quello il momento di reagire, di chiedere aiuto, con realismo e serenità. Ed ecco che qui l’attività dell’ATiDU si dimostra essenziale. Ma di che cosa si occupa in sintesi l’associazione? Negli anni i suoi compiti si sono moltiplicati. In particolare si occupa di organizzazione di incontri, corsi e attività di sensibilizzazione alle problematiche dell’udito; promozione dell’immagine dei deboli d’udito e difesa dei loro diritti; studio dei problemi posti dalla perdita uditiva per migliorare le condizioni di scambio e ricezione delle informazioni; ricerca di soluzioni con le Autorità o con altri enti nell’interesse delle persone deboli d’udito; collaborazione con le varie strutture interessate presenti sul territorio per consulenze, progetti in comune o attività di sensibilizzazione.

L’associazione si presenta quindi come un vero e proprio ponte tra le persone ipoacusiche e quelle che non hanno problemi di udito, con l’obiettivo di una piena e felice integrazione sociale, in ogni ambito: scolastico, pubblico, politico. Una serie di compiti tanto impegnativi esige un lavoro costante, coordinato e organizzato da una struttura efficiente, a partire da un Comitato ben strutturato e comprensivo di elementi provenienti da varie aree interessate e complementari che attualmente è così composto: Gianni Moresi (Presidente), Don Massimo Gaia, Margherita Gerber e Christian Siano (membri), Dr. Andrea Ferrazzini (Rappresentante dei medici ORL), Emanuele Merighi (Rappresentante degli audioprotesisti), Francesca Micheletti Zufferey (Rappresentante del gruppo genitori), Liliana Sabbadin-Panzeri (Rappresentante delle audio pedagogiste / logopediste), Bruno Bazzucchi (Rappresentante del gruppo Tinnito). ATiDU è l’antenna per la Svizzera italiana della pas pro Audito Schweiz. Ha un mandato di prestazione tramite l’UFAS Ufficio federale delle assicurazioni sociali. E dispone di un segretariato professionale composto da Cinzia Santo, audiopedagogista, e Sabrina Bernasconi Chittaro.

Lo scorso 3 marzo al LAC di Lugano ATiDU ha indetto una serata informativa nel corso della quale ha ricordato i suoi primi 30 anni di esistenza ed ha presentato un libro che da un lato riassume le sue attività e dall’altro guarda al futuro. Scritto da Cinzia Santo e Maria Grazia Buletti, dal titolo 1992 – in ascolto – 2022 (Fontana Edizioni), è scandito in vari capitoli ed è arricchito da molte fotografie. Oltre alla storia dell’associazione il volume propone molte interessanti testimonianze di persone coinvolte e cinque racconti di scrittori locali incentrati sul tema dell’udito e delle sue problematiche. Un discorso a parte meriterebbero le interessanti osservazioni che toccano l’evolversi della tecnologia che anno dopo anno propone nuove soluzioni che vengono in aiuto di chi ha problemi. Apparecchi meno visibili, più potenti e sempre più raffinati che vengono descritti con dovizia di particolari nel libro. Soluzioni personalizzate che fanno capire quanto sia importante un’attenzione precoce (sempre più giovani vengono toccati dalle patologie uditive) ai vari problemi dell’udito, compresi il tinnito e la sordità. Al fine di migliorare la qualità della vita del paziente oltre ogni tabù, oltre il silenzio. Il libro può essere acquistato presso le librerie ticinesi oppure richiesto presso il segretariato ATiDU, al prezzo di 25.— franchi (www.atidu.ch).

Gianni Moresi

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