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Orme, al via l’ottava edizione del Festival di arti inclusive

È ormai alle porte l’ottava edizione di Orme – Festival internazionale di arti inclusive della svizzera italiana, a cura di Teatro Danzabile, in programma a Lugano dal 21 al 25 maggio. Durante le cinque giornate il festival ospiterà compagnie nazionali ed internazionali dando spazio a performance urbane, spettacoli di danza, proiezioni, incontri, masterclass, laboratori aperti a tutti e installazioni. Il tema dell’edizione 2025 è “L’arte di prendersi cura“: «La cura», si legge nella presentazione, «è per noi un insieme di pratiche ed approcci: ascolto, attenzione, presenza, vicinanza. La cura è interessarsi a come stanno gli altri, a come stiamo noi, a come sta lo spazio che abitiamo». «Per prendersi cura di sé e degli altri», si precisa, «è fondamentale misurare le energie che abbiamo a disposizione. […] Abbiamo bisogno di riconoscere di avere dei limiti e ricordarci di rallentare quando è necessario». Per questo verranno allestiti spazi  fisici e virtuali in cui le persone potranno sentirsi accolte e rispettate, nei propri bisogni e nei propri tempi.

L’inaugurazione si terrà mercoledì 21 maggio alle ore 18.00, presso l’Asilo Ciani: dopo i saluti istituzionali – parteciperà Roberto Badaracco, vicesindaco della Città di Lugano –, l’intervento di alcuni partner e il benvenuto di Teatro Danzabile, è previsto un brindisi. A partire dalle ore 17.00 saranno inoltre allestiti dei care point (spazi di cura), degli angoli morbidi in cui fermarsi, decelerare e vivere un tempo lento, e verranno messi a disposizione dei materiali creativi con cui prendersi un momento di cura per se stessi o in condivisione con gli altri.

L’Asilo Ciani, per tutta la durata del festival, accoglierà inoltre la mostra Sogni dall’infanzia, a cura di Sensoinarte e Via Coflussa: un’installazione che racconta, attraverso i dipinti di Salam Ahmad, un viaggio intenso nell’animo umano. Volti, corpi frammentati e colori vibranti parlano di memoria, dolore, identità e resilienza. Le opere, ispirate all’infanzia e alle radici curde dell’artista, diventano specchi emotivi in cui ciascuno può ritrovare qualcosa di sé. Un’esperienza visiva che invita a sentire prima ancora che a capire.

La giornata prosegue al Teatro Foce, dove, alle ore 20.00, andrà in scena Entdecken / Verstecken della Compagnia Komiktheater: uno spettacolo fisico e potente, dove il corpo diventa linguaggio e mezzo per esplorare ciò che si mostra e ciò che resta nascosto. Alternando momenti di rivelazione e occultamento, la performance si muove tra emozioni, relazioni e identità, senza il filtro della parola.

Giovedì 22 maggio alle ore 20.30, sempre al Foce, Quasimodo aux miroirs di No Anger porta sul palco un’indagine poetica e politica sull’identità, la disabilità e il desiderio queer. Partendo dalla figura ambigua e potentemente simbolica di Quasimodo, l’artista costruisce una coreografia che mette in crisi l’eredità delle immagini culturali del corpo.

Venerdì 23 maggio alle ore 20.30 il LAC accoglie la Stopgap Dance Company, compagnia britannica che da più di vent’anni lavora in modo inclusivo, integrando l’accessibilità a tutti i livelli del lavoro artistico. In scena Lived Fiction, la loro creazione più recente, una coreografia sensuale pensata e diretta da Lucy Bennett insieme ai danzatori e alle danzatrici. Lived Fiction è una pionieristica dichiarazione a favore della danza inclusiva, realizzata grazie a una suggestiva audiodescrizione, un raffinato lavoro di proiezione ed un sistema di sottotitoli. Una performance ad alto potenziale spettacolare, interpretata da otto artisti con e senza disabilità, in cui il movimento, il linguaggio e la capacità inventiva si fondono in un insieme vivace, capace di esprimere a pieno la compassione per la condizione umana.

Si prosegue sabato 24 maggio presso lo Studio Foce, dalle ore 10.00, con Lab Ora. One Shot!, laboratorio musicale a cura dell’Associazione Materiale Elastico: un esperimento di comunità che utilizza la potenza della percussione – ispirata alle tradizioni afro-brasiliane – per creare connessioni reali tra persone di ogni età, cultura e abilità. Un ambiente dove le differenze non vengono appianate, ma trasformate in risorse creative.

Sempre sabato, con doppia replica alle ore 16.00 e 19.30, il palco della Sala Teatro del LAC ospita Danza Cieca, un duetto firmato e interpretato da Virgilio Sieni, danzatore di fama internazionale, in scena con Giuseppe Comuniello, artista non vedente. I due condividono da anni una profonda ricerca sul movimento, che trova piena espressione in questa performance. Danza Cieca nasce dall’incontro tra i corpi dei due danzatori, un lavoro in cui la dilatazione dei tempi, lo sguardo rivolto allo spazio tattile e all’essere adiacenti danno vita ad un continuum di posture e avvicinamenti che compongono un atlante del corpo in movimento.

Domenica 25 maggio alle ore 10.30, all’Asilo Ciani, è in programma La bellezza che abita i corpi del Collettivo Elevator Bunker: un laboratorio di teatro e movimento pensato per accogliere la pluralità: dei corpi, delle storie, delle possibilità espressive. Attraverso un approccio creativo e non giudicante si lavorerà sulla consapevolezza corporea, sulla fiducia e sulle proprie possibilità di espressione.

Alle ore 14.00, presso il Teatro Foce, Nerval Teatro porta in scena La Buca, una riscrittura libera e immaginifica dell’universo beckettiano. Lo spettacolo è un viaggio tra le crepe del linguaggio, della memoria e dell’attesa, dove i personaggi non raccontano ma incarnano le domande più radicali dell’esistenza. Tempo, morte, silenzio e inevitabilità si intrecciano in un tessuto drammaturgico che accoglie suggestioni da capolavori come Aspettando Godot, Finale di partita e Giorni felici.

Seguono, alle ore 17.00 presso lo Studio Foce, un film e un incontro: verrà proiettato per la prima volta in Ticino il documentario Acsexybility del regista brasiliano Daniel Gonçalves, sul tabù della sessualità nelle persone disabili e queer, smontando stereotipi con autenticità, ironia e coraggio. A seguire, l’incontro Oltre l’invisibilità, in cui Denise Carniel insieme ad alcuni ospiti, trasformerà la visione in dialogo: una riflessione a più voci sulla rappresentazione e sull’intersezionalità nel contesto ticinese.

Per il programma completo visitare il sito ormefestival.ch

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