Palma d’oro all’iraniano Jafar Panahi per “A Simple Accident”

Juliette Binoche e la sua giuria hanno svelato, sabato sera, il palmarès del 78° Festival di Cannes, al termine di una competizione molto aperta. Guidati dalla star francese, i nove membri della giuria si sono riuniti in conclave per designare, tra i 22 film in concorso, il successore di Anora, dell’americano Sean Baker.
È stato il regista Jafar Panahi, 64 anni, a vincere la Palma d’oro con A Simple Accident, una favola morale che indaga il dilemma di ex detenuti tentati dalla vendetta contro il loro torturatore. Acclamata dalla critica, questa denuncia contro le autorità iraniane risuona con la vicenda personale di Panahi, imprigionato due volte in Iran, dove questo lungometraggio, girato clandestinamente, potrebbe costargli ritorsioni. La presenza del regista a Cannes, dopo essere stato agli arresti per quindici anni in Iran, è stato un momento forte.
In precedenza, durante la cerimonia, l’attrice francese Nadia Melliti ha ricevuto il Premio per la miglior interpretazione femminile per il suo primo ruolo al cinema, in La Petite Dernière, della connazionale Hafsia Herzi. Studentessa di sport scoperta durante un casting selvaggio, interpreta Fatima, 17 anni, una giovane musulmana che scopre la propria omosessualità. Il film è tratto dal romanzo omonimo, di ispirazione autobiografica, di Fatima Daas, pubblicato nel 2020.
L’attore 48enne Wagner Moura, uno dei volti più noti del cinema brasiliano grazie alle sue collaborazioni internazionali, in particolare la serie Narcos su Netflix, dove interpretava il narcotrafficante colombiano Pablo Escobar, è stato premiato con il Premio per la miglior interpretazione maschile. In O agente secreto, il suo primo film girato in Brasile dal 2012, Wagner Moura interpreta un professore braccato per misteriose ragioni durante la dittatura militare.
Il Grand Prix è stato assegnato al norvegese Joachim Trier per Sentimental Value. Già tra i cineasti più premiati della storia di Cannes, con due Palme d’Oro, i fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne sono tornati a casa con un nuovo trofeo, il Premio per la miglior sceneggiatura, per Jeunes Mères. Lo ottengono per la seconda volta nella loro carriera, dopo Il silenzio di Lorna (2008).
Il franco-spagnolo Oliver Laxe ha ricevuto ex aequo il Premio della Giuria per Sirat, un’immersione affascinante in un rave-party allucinatorio e apocalittico nel paese di Mad Max, con Sergi Lopez. Condivide il premio con la regista tedesca Mascha Schilinski, che esplora cento anni di traumi familiari attraverso il destino di quattro donne in Sound of Falling.
