Cultura

Parma, in mostra “Costellazioni Familiari. Dialoghi sulla libertà”

Gianluigi Colin, da Francisco Goya, Aquellos polvos, 1810-20; Iraq, carcere di Abu Ghraib_prigioniero iracheno, 2004.

Il Palazzo del Governatore a Parma ospita la mostra Costellazioni Familiari – Dialoghi sulla libertà, l’esposizione propone un viaggio inedito all’interno della ricerca di Gianluigi Colin, artista visivo, critico e cover editor de La Lettura. La rassegna è a cura di Arturo Carlo Quintavalle e occuperà l’intero Palazzo da oggi fino al 1° dicembre.

Costellazioni Familiari – Dialoghi sulla libertà si dipana lungo le stanze come un percorso espositivo costruito sul dialogo con altri autori: amici innanzitutto, ma soprattutto artisti, fotografi e poeti contigui a Colin per visione e formazione, grandi personalità con cui ha lavorato o che hanno rappresentato per lui un punto di riferimento culturale.
Il progetto nasce dall’idea di illustrare il rapporto tra il lavoro di Gianluigi Colin e quello degli artisti a lui vicini a partire dal confronto con la Scultura d’ombra, potente installazione permanente di Claudio Parmiggiani collocata al secondo piano del Palazzo del Governatore. Ne deriva una sorta di costellazione, un paesaggio astrale che rivela coincidenze, connessioni, corrispondenze e legami consolidati nel corso dell’intera vita di Colin. Indiretto omaggio al celebre dipinto di Max Ernst del 1922 Au rendez-vous des amis, la mostra riflette sul senso di condivisione proprio al fare arte: accanto a opere storiche e inedite di Colin, alcune delle quali realizzate ad hoc per questa occasione, saranno presentati importanti lavori di autori in forte sintonia culturale con lui, dando vita a un preciso gioco di rimandi tematici e stilistici.

L’allestimento della mostra, curato da Franco Achilli con progetto grafico dello studio Dondina Associati, segue un percorso che si sposa perfettamente con la personalità di Colin, autore capace di muoversi contemporaneamente su differenti piani di scrittura: immagine e parola, ricerca artistica e informazione culturale, invenzioni intorno alla fotografia e complesse installazioni.
Colin da sempre fa politica con le immagini: questa mostra mette in luce il suo impegno civile attraverso l’accostamento con linguaggi e scelte di altri grandi artisti come: Getulio Alviani, Aurelio Amendola, Nanni Balestrini, John Berger, Pierluigi Cappello, Danilo De Marco, Mario Dondero, Martino Gamper Emilio Isgrò, Marcello Jori, Jannis Kounellis, Nino Longobardi, Uliano Lucas, Brigitte Niedermair, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Gianni Pettena, Antonio Recalcati, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Federico Tavan, Franco Vaccari, Velasco Vitali.

Il percorso espositivo…
Un’installazione di Colin dedicata al tema della memoria e della storia funge da incipit a un percorso espositivo articolato in un prologo e quattro parti, ognuna delle quali indaga un tema specifico individuato da parole chiave: “Presente storico”, “Wor(l)ds”, “Impronte del presente” e “Sacche di resistenza”.

L’incipit è un grande intervento che rappresenta le onde del mare; di fronte a esso sono disposte sul pavimento delle lastre metalliche del tipo impiegato per la stampa dei quotidiani, sulle quali il pubblico è invitato a camminare. Ma dietro l’immagine apparentemente rassicurante del mare, solo il titolo conferisce all’opera il suo tragico senso: Il mare di Alan. Quel mare è solo un dettaglio della fotografia di Alan Kurdi, il bambino siriano trovato morto nel 2015 sulla battigia di una spiaggia della Turchia.
Il prologo è invece costituito da un telo attraversabile su cui scorre la proiezione di un flusso ininterrotto di foto d’agenzia. Sono i fatti del mondo del 12/12/12: ventiquattro ore di immagini di cronaca del giorno, che secondo la leggenda Maya, avrebbe segnato la fine del mondo; e che rappresenta simbolicamente l’assedio dell’immagine a cui tutti noi siamo sottoposti.

Gianluigi Colin, “Da Piero della Francesca, La flagellazione di Cristo”; August Sander, Prigioniero politico, 2004.

La prima sezione: Presente storico… affronta il tema del rapporto tra figurazione e memoria con un viaggio tra cronaca e storia dell’arte: opere di Colin, Jannis Kounellis, Marcello Jori, Mimmo Paladino e Mimmo Rotella; incontrano prelievi da fotografie trovate nelle pagine di giornali e grandi icone della storia dell’arte, da Piero della Francesca a Seurat, mostrando come le immagini abbiano creato una storia e una serie di significati che agiscono anche a livello inconscio nelle nuove creazioni artistiche.

Nella seconda sezione: Wor(l)dsColin tocca il tema del tempo sospeso attraverso una duplice riflessione, sulla classicità e il mito da un lato e dall’altro sul sistema dell’informazione. Qui il lavoro di Colin incontra di nuovo Mimmo Rotella, un’installazione di Giulio Paolini, le foto di Aurelio Amendola, i versi di Nanni Balestrini, una cancellazione di Emilio Isgrò e due opere di Emilio Tadini e Antonio Recalcati.

La terza sezione: Impronte del presente… è completamente dedicata ai Sudari, una serie recente di opere astratte, molte delle quali inedite. Si tratta di grandi opere tratte dai tessuti utilizzati per pulire le rotative dei quotidiani, vere e proprie “roto-pitture”: queste enormi tele, che provengono dalla rimozione delle notizie del mondo rappresentano un simbolico “grado zero” di ogni forma di scrittura. Accanto ad essi una serie di altre “impronte”: il corpo di Antonio Recalcati, le impronte digitali di Martino Gamper e Brigitte Niedermair, l’impronta della voce di Getulio Alviani e infine un lavoro di Franco Vaccari tratto dal suo celebre ciclo Lasciate una traccia del vostro passaggio.

La quarta e ultima sezione: Sacche di Resistenza… è rivolta a investigare il rapporto di Colin con la politica. I volti deformati dei politici italiani in campagna elettorale e quelli di protagonisti della scena internazionale vengono riproposti con violenza brechtiana, in un teatro carico di amara ironia che le accosta a creazioni visive o verbali di Mario Schifano, Gianni Pettena, Velasco Vitali, Uliano Lucas, Federico Tavan, Danilo De Marco, Pierluigi Cappello e Brigitte Niedermair.

In contemporanea con la mostra si terrà un ciclo di incontri che vedrà la partecipazione dell’artista e del curatore Arturo Carlo Quintavalle con alcuni curatori e artisti su due temi: “Arte e Informazione” e “Arte e Politica”, al quale sarà aggiunta una pubblicazione edita da Skira sugli stessi argomenti.

Gianluigi Colin ha voluto accompagnare la mostra con uno speciale catalogo d’artista realizzato in forma di quotidiano, che verrà donato a tutti i visitatori: introdotto dal curatore, conterrà testi di Vincenzo Trione, Aldo Colonetti e Maria Nadotti.
La mostra – voluta da Luigi Capitani, presidente e amministratore delegato di Cepim Spa, Interporto di Parma, da sempre vicina all’arte, e con la preziosa collaborazione del Comune di Parma – si inserisce all’interno delle manifestazioni di “Anteprima PARMA Capitale Italiana della Cultura 2020“.  L’esposizione è resa possibile grazie al supporto di BPER Banca e lo sponsor tecnico Inser S.p.a.

Per maggiori informazioni: www.comune.parma.it/cultura | +39 0521 218.035

Gianluigi Colin, “Relics”, 2013/2019 (dettaglio), Installazione con 142 opere diffuse sul pavimento. Tecnica mista, dimensioni variabili.

Mimmo Rotella, “Il vero giudizio è la coscienza degli uomini”, 2003, Décollage, 100 x 70 cm, collezione privata.

 

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