Storie di Musetta e altri gatti

Paure

Era sfrontata, aggressiva ma anche un po’ vigliacca. Aggrediva solo le persone che conosceva bene, quelle di casa. Quando sentiva suonare il campanello andava a nascondersi. Perché non assaliva lo sconosciuto? Gli etologi affermano che il motivo è che il gatto non prevede la reazione di un supposto “nemico”, più facile prendersela con chi vi ama e da cui sa di non aspettarsi ritorsioni, proprio perché l’amore sopporta tutto (vi ricorda qualcuno? Bene, animali e persone non sono poi così diversi, dopo tutto appartengono al medesimo regno scientifico). C’era solo una figura che detestava così tanto da ringhiarle contro e da tentare di darle delle zampate: il veterinario!

Finalmente quella convivente umana l’aveva capito che occorrevano sterilizzazione e non pillola e le vaccinazioni. Ma con una odiatrice di estranei non era facile. Alla partenza era già di pessimo umore: era stato messo in atto una specie di safari per stanarla e infilarla di sorpresa e a forza nel trasportino: dall’alto, altrimenti puntava le zampe a destra e a sinistra e non ci sarebbe stato nulla da fare. Nello studio era pronta a dare battaglia e il veterinario ne era terrorizzato (non devono occuparsi anche degli animali feroci dello zoo? Ma a quelli sparano frecce narcotizzanti, prima!). Comunque sia, ogni volta che prendeva un appuntamento per la gatta, il veterinario rispondeva spaventato: “Ma si tratta ancora di quella gatta?”. Eh, sì, non era stata cambiata…

Musetta nel lavandino

Musetta nel lavandino

L’acqua la intimoriva però la incuriosiva, andava a dormire volentieri anche nei bidet, vasche e lavandini, che riteneva cucce confortevoli. E cercava di bere direttamente da un rubinetto o da un bicchiere.

Come tutti gli animali non sopportava i rumori forti, i botti la terrorizzavano, quelli che avevano il loro clou nei fuochi d’artificio, allora tremava come una foglia, e averla in braccio era come tenere un vibrante coniglietto. Ma questa non era la soluzione per consolarla. Meglio lasciare che si rifugiasse in un luogo che lei riteneva sicuro come sotto il letto.

Stava alla larga anche da quegli elettrodomestici che “soffiavano” come gatti arrabbiati e minacciosi (l’aspirapolvere, l’asciugacapelli, in primis). Notandone i benefici contro la calura, invece, era diventata amica del ventilatore tanto da avvicinarlo abbastanza per goderne, pancia all’aria…

Musetta sul tavolo

Musetta in azione

L’episodio più buffo (almeno dal punto di vista degli spettatori) fu quando cadendo scoppiò una bomboletta, conservata nel ripostiglio, e che iniziò a buttar fuori schiuma, saltando, sibilando e spruzzando da tutte le parti. Ne fu così traumatizzata che per molto tempo passando davanti alla porta del ripostiglio, si acquattava, pancia a terra, strisciando le zampe, pensando così di non essere vista, di mimetizzarsi, avanzando come un soldato in divisa mimetica nella giungla… Era ridicola, ma guai a farglielo notare. Non offende di più la dignità di un gatto che ridergli sul muso.

Manuela Camponovo

(25. Continua)

In cima