Arte

Rinascimento al Castello Sforzesco

Cristoforo Solari, Cristo alla colonna, Milano, Duomo. Foto di Mauro Ranzani.

Al Castello Sforzesco di Milano si respira, già dal primo sguardo e dalla prima opera esposta, la potenza espressiva ed estetica della scultura del Rinascimento italiano. Infatti, ad accogliere il visitatore, spicca la statua del Giovane nudo, un’opera reinterpretata a più livelli, a dimostrazione della presenza, nell’arte rinascimentale, dei vari richiami ai modelli dell’arte classica e romana. Milano, oggi riconosciuta come capitale della cultura e centro del Rinascimento lombardo, ospita, fino al 24 ottobre, la mostra “Il corpo e l’anima: da Donatello a Michelangelo” (1460-1520 circa). Il Rinascimento, in quanto movimento culturale e artistico, contiene una precisa visione del mondo, perciò si può affermare che la mostra riunisce i rappresentanti, tra i più pregnanti, del Rinascimento italiano. Negli intenti dei curatori vi è la volontà di far dialogare, tra convergenze ma anche divergenze, scultori toscani con scultori lombardi, accostando e affiancando artisti diversi, in una pluralità di idee, facendo emergere i rapporti, le prospettive e le evoluzioni avvenute nel corso degli anni. Il corpo maschile e femminile viene rappresentato come tema dominante, con i toni trionfalistici che lo elevano a fulcro dell’arte rinascimentale, i cui legami sono contraddistinti dall’antichità classica, romana e greca. Il corpo è il tempio e il contenitore dell’anima, le cui passioni sono scolpite sui volti delle sculture, esprimendosi nella corporeità, nel nudo, nello sguardo o nella posizione, trasmettendo dolore, stupore, grazia, incanto, tormento o meraviglia. Come il tumulto emotivo e spirituale raffigurato nell’opera San Girolamo di Andrea del Verrocchio. L’aderenza espressiva di Guido Mazzoni con la testa del frate francescano o la scultura di Maddalena, rappresenta le abilità tecniche che cristallizzano, nel marmo, il dramma e la disperazione. Il corpo, in modo particolare, assume nel Rinascimento la valenza con cui viene rappresentato l’uomo, al centro del mondo, nella sua grandezza, nella sua laicizzazione, nella più intima umanità e nell’imprescindibile rapporto con l’immortalità dell’anima. Un corpo scolpito nei minimi dettagli, nei capelli, simboli di forza o femminilità; nelle caratteristiche morfologiche dei muscoli, nell’anatomia e nelle proporzioni; nelle pose che denotano come il corpo sia oggetto di conoscenze e studi approfonditi. La mostra propone, nell’intreccio di molti temi, la visione di opere realizzate con materiali e colori diversi: terra cotta, legno, bronzo, marmo, pietra, carta pesta, mettendo in risalto le diversità dell’uso dei materiali. Perché le forme, la posizione, le proporzioni, i particolari e le dimensioni delle sculture sono linguaggi e indicatori semantici come lo sono l’utilizzo dei materiali e dei colori. La mostra espone un’opera di otto figure di Giacomo Del Maino, ponendo in risalto proprio l’espressione dei colori, o la scultura in legno Deposizione di Cristo nel sepolcro.

La pittura e la scultura rinascimentale contengono concetti filosofici, perciò la mostra espone anche opere che prediligono lo stile armonioso, più predicativo, più platonico, più apollineo, e meno dionisiaco. Stile con cui si esalta l’armonia e si ricerca la bellezza tra le parti; una visione dell’arte che ha conquistato artisti come Pietro Vannucci, detto il Perugino, o Luca della Robbia. I moti dell’arte sacra, le allegorie, le rappresentazioni religiose o le divinità marine, toccano l’animo del visitatore che può ammirare opere di Giovanni Antonio Piatti Le tre virtù teologali, La Pietà di Gasparo Cairano o gli angeli di Giovanni Antonio Amadeo. La mostra, che si iscrive nelle esposizioni organizzate al Louvre e a Palazzo Strozzi a Firenze, consente di ammirare 120 opere di artisti come Antonio del Pollaiolo, Francesco di Giorgio Martini, fino ad arrivare a Leonardo, a Gian Francesco Rustici, a Luca Signorelli, Andrea Mantegna. L’opera di Michelangelo, il giovane fanciullo Cupido che ha una storia incredibile, essendo stata trovata casualmente in un palazzo di New York, rende alla perfezione l’aspetto angelico, la giovinezza immacolata, l’inclinazione del capo che trasmette innocenza, i capelli a boccoli, e l’aurea delicata che richiama all’amore. I curatori della mostra sono: Marc Bormand (Parigi, Museo del Louvre, conservatore del dipartimento di sculture), Beatrice Paolozzi Strozzi (Firenze, direttrice del Museo del Bargello dal 2001 al 2014), Francesca Tasso (Milano, Conservatore responsabile delle Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco)

Nicoletta Barazzoni

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